Seguiti e rapinati mentre tornano a casa.
Automobilisti nel mirino della banda
Le “batterie” criminali mirano soprattutto agli orologi di lusso. E si sono fatte più spietate e violente. Non è un caso, secondo gli investigatori, che sette mesi fa a un professionista di Roma nord (uno dei quadranti sotto assedio) i banditi hanno sparato contro le portiere per convincerlo a mollare loro il Rolex. Tre giorni fa un colpo a mano armata in Prati, nel quartiere dei tribunali e della Rai, giovedì prima la rapina sventata dalla prontezza della vittima designata, un imprenditore di 50 anni, che rientrava a casa a Vigna Clara e, dopo appena mezz’ora, a un chilometro di distanza, quella messa a segno ai danni di un altro professionista a Ponte Milvio. «Dammi l’orologio o t’ammazzo», il refrain, forse della stessa “batteria”. Chi entra in azione non si limita più a sfilare con destrezza il cronografo dal polso di chi guida, ma è pronto anche a sparare. Il 4 maggio un imprenditore e il fratello agganciati dai banditi in via Ugo Ojetti, a Talenti, però, hanno reagito: uno di loro ha estratto la pistola regolarmente detenuta e ha sparato in aria allontanando i malviventi. Polizia e carabinieri danno la caccia a gruppi specializzati e che, ciclicamente, sembrano spartirsi i quartieri della città. Gli arresti non mancano.
Solo la Sezione antirapina della Squadra mobile ha schedati oltre duecento “trasfertisti” tutti provenienti dall’area di Napoli. La malavita partenopea sembra agire secondo una mappa ben studiata di Roma. Dal rione Sanità le gang puntano dritte ai quartieri più a Sud: all’Eur, al Torrino e all’Aventino. Dai vicoli dei “Quartieri”, invece, la rotta della mala porta più a Nord: al Salario, ai Parioli, al Flaminio e in Prati. Stando a recenti informative dei carabinieri alle batterie non interessa quanto valga ogni singolo orologio, che sia un Rolex, un Jaeger-LeCoultre, un Cartier. Per ogni pezzo portato ai ricettatori specializzati i rapinatori intascherebbero una quota fissa di mille euro. Basta una giornata “buona” su Roma per assicurarsi uno “stipendio” mensile.
I raid
Giovedì pomeriggio, dunque, il Far West si è ripetuto. Il primo raid alle 18.50 in via Zandonai. Gabriele C., 50 anni, imprenditore, sta rientrando a casa a bordo della sua Audi. Indossa il Rolex al polso, ma a destra per essere meno esposto. Apre il cancello automatico e imbocca la rampa del garage. Dietro di lui uno scooter con due persone in sella. Ma a metà rampa si ferma e uno scende a piedi. Dopo poco ecco che bussa sul finestrino destro, pistola in pugno. «T’uccido, fuori l’orologio». Ma l’imprenditore conosce le armi, mantiene il sangue freddo. Può essere una scacciacani e allora comincia a fare avanti e indietro con l’auto, suonando il clacson. Il complice, per primo, si dà alla fuga. Poi anche quell’altro non prima di fare un ultimo tentativo spaccando i finestrini con il calcio della pistola. Non passa molto che alle 19,30 una volante deve accorrere a Ponte Milvio. Un uomo su un Suv viene affiancato dai “soliti” due bandati armati, forse gli stessi. Puntano la pistola contro il professionista che abita in zona, a cui non resta che consegnare il Rolex. La caccia ai banditi continua.