Per la Cassazione è un prete pedofilo (e condannato) ma il tribunale vaticano lo assolve

Venerdì 23 Febbraio 2018 di Franca Giansoldati
Per la Cassazione è un prete pedofilo (e condannato) ma il tribunale vaticano lo assolve
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Città del Vaticano La Cassazione lo ha condannato in via definitiva per pedofilia a sette anni e otto mesi, ma il Tribunale vaticano, invece, ha totalmente scagionato don Luciano Massaferro, il sacerdote di Alassio la cui storia, nove anni, fa fece scalpore in Liguria perché al centro vi erano gli abusi a una chierichetta di 12 anni. Per la Chiesa l’ex parroco «deve essere completamente riabilitato in quanto non consta che egli abbia commesso i delitti a lui ascritti» c’è scritto nella sentenza del tribunale ecclesiastico diffusa oggi dalla diocesi ligure che informa che  è stato fatto un lungo e «meticoloso e puntuale processo penale canonico». In pratica con la sentenza canonica di assoluzione terminano tutte le misure cautelative che erano state decise dal vescovo di Albenga-Imperia. In questo modo il sacerdote può tornare a celebrare pubblicamente messa e i sacramenti. Il vescovo Guglielmo Borghetti ha prospettato un suo reintegro graduale nel ministero pastorale e nella vita diocesana. Il comunicato della diocesi precisa che «resta immutata la posizione del sacerdote come venne disposto a suo tempo nella sentenza penale della magistratura italiana». Sulla vicenda è intervenuto anche il cardinale Bagnasco: «Mi risulta che siano state fatte tutte le procedure previste canonicamente e giuridicamente per il reintegro, se si è arrivati a questa sentenza sicuramente ci sono ampie motivazioni, tornerà operativo secondo le modalità previste. Non ho sentito la famiglia coinvolta, non essendo un mio sacerdote non avuto contatti, spetta alla Diocesi di Albenga-Imperia». La vicenda giudiziaria di don Massaferro inizia nel 2009 quando fu arrestato con l’accusa di molestie a una bambina. La pena richiesta dai pm inizialmente era stata di 7 anni e sei mesi di reclusione. Una pena che, avevano spiegato i magistrati di primo grado, teneva conto delle aggravanti in quanto il prete rivestiva uno speciale ruolo nella sua parrocchia.
 
Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 08:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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