Pamela, restano in carcere i nigeriani Lucky e Awelima. Oseghale: «Sono stato io», ma Procura smentisce

Lunedì 12 Marzo 2018
Pamela, restano in carcere i nigeriani Lucky e Awelima. Oseghale: «Sono stato io», ma Procura smentisce
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Restano in carcere Desmond Lucky e Lucky Awelima, 22 e 27 anni, due dei tre nigeriani arrestati con l'accusa di aver concorso a uccidere e smembrare la 18enne Pamela Mastropietro a Macerata il 30 gennaio scorso. Lo ha deciso il Tribunale del riesame di Ancona. Insieme ai due, detenuti ad Ancona nel carcere di Montacuto, era stato arrestato per le stesse accuse anche Innocent Oseghale, 29 anni, che abitava nella casa mansardata di via Spalato 124 dove si è consumato il massacro. Indagato a piede libero un quarto nigeriano di 39 anni.

«Sono stato io, ho fatto tutto da solo» avrebbe detto, secondo indiscrezioni, proprio Oseghale durante un colloquio con la sua compagna, intercettato nel carcere di Marino del Tronto.

Indiscrezioni però smentite dalla Procura di Macerata: secondo il procuratore Giovanni Giorgio, sono notizie «destituite di ogni fondamento». Secondo le indiscrezioni, inoltre, sarebbero state trovate tracce di Dna del nigeriano sul corpo di Pamela, accuratamente lavato. A questo riguardo Giorgio ha fatto presente che il risultato degli accertamenti (compresi quelli genetici) del Ris dei carabinieri non è stato ancora depositato. Oseghale aveva incontrato Pamela, allontanatasi dalla comunità Pars di Corridonia, nei Giardini Diaz di Macerata il 30 gennaio e l'aveva accompagnata nel suo appartamento in via Spalato. Il corpo della ragazza, chiuso in due trolley, è stato trovato la mattina del 31 gennaio.

Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 12:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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