Uccisa e fatta a pezzi a Roma, convalidato il fermo per il fratello

Venerdì 18 Agosto 2017
Uccisa e fatta a pezzi a Roma, convalidato il fermo per il fratello
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Resta in carcere Maurizio Diotallevi, il 62enne che la notte tra il 14 ed il 15 agosto ha fatto a pezzi e gettato nel cassonetto la sorella Nicoletta. Oggi il gip di Roma, Anna Maria Fattori, ha convalidato il fermo dell'uomo al termine dell'interrogatorio di convalida svoltosi nel carcere di Regina Coeli. Le accuse restano quelle di omicidio volontario aggravato dalla parentela con la vittima e occultamento di cadavere.

Agli inquirenti che lo hanno fermato a poche ore dall'atroce delitto, Diotallevi ha raccontato di aver agito in seguito ai presunti maltrattamenti che riceveva da parte della sorella. «Era appena rientrata da un viaggio in Svezia - ha detto agli uomini della squadra mobile e al pm Marcello Cascini -. Subito aveva ripreso a darmi ordini, a comandare come faceva sempre. A quel punto ho atteso che uscisse dal bagno e dopo che eravamo in salotto l'ho aggredita e strangolata con una cinta». Un raptus, nato probabilmente molto tempo fa, come ha rivelato lo stesso omicida. «Erano due mesi che stavo pensando di ucciderla ma il mio è stato un raptus, mi umiliava in continuazione. Ci stavo pensando da settimane - avrebbe rivelato - ma poi la mia azione è stata improvvisa. Non sopportavo più mia sorella, mi trattava male, in alcuni casi mi ha anche preso a schiaffi o umiliato davanti a mio figlio». Per questo il pm potrebbe valutare l'ipotesi della premeditazione. Agli inquirenti ha anche detto che parte dell'appartamento veniva affittato come bed&breakfast. «Ma i soldi - ha spiegato - li voleva gestire solo mia sorella e a me toccava sempre chiederli».

Diotallevi ha raccontato nei minimi particolari l'omicidio, dei due seghetti utilizzati per fare a pezzi il cadavere e degli spostamenti in auto per gettare i sacchi nei cassonetti della zona.

Spostamenti immortalati nei video delle telecamere di sicurezza di un negozio di viale Pilsudski, dove ha scaricato il primo sacco con le gambe mozzate della sorella. Le immagini mostrano l'uomo scendere dall'auto, aprire lo sportello del passeggero e sollevare con forza il sacco portandoselo al petto. Poi si avvicina ad un primo cassonetto, che viene però scartato perché probabilmente pieno. Quindi la decisione di utilizzarne uno accanto. Lo stesso dove una nomade ritroverà ore dopo le gambe di Nicoletta. Intanto sul profilo Facebook dell'omicida continuano a piovere insulti e minacce di morte all'uomo, appassionato di marketing e informazione digitale che da tempo però viveva di lavoretti saltuari.

Ultimo aggiornamento: 20 Agosto, 15:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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