«Aiutateci, salvate il nostro viso». Lo hanno gridato in preda alla disperazione con gli occhi colmi di lacrime, ancora incredule per essere finite tra le mura di un pronto soccorso. Le due sorelle napoletane, sfregiate dall’acido la notte tra domenica e lunedì, sono arrivate all’ospedale Cardarelli a bordo della stessa ambulanza, entrambe sconvolte e impaurite ma con la lucidità di farsi forza l’una con l’altra.
Al fianco delle due sorelle, c’è stata la loro mamma che poco dopo l’arrivo dell’ambulanza, ha raggiunto le figlie al pronto soccorso, abbracciandole e rassicurandole senza allontanarsi neanche un istante dal loro letto fino a ieri mattina, quando tutte e tre hanno lasciato insieme l’ospedale. L’angoscia e le preoccupazioni delle ragazze riguardo la paura di rimanere sfregiate, sono state ribadite nella richiesta di aiuto manifestata anche dalla 46enne napoletana che, dopo essersi assicurata del fatto che non ci fossero funzioni compromesse, si è rivolta ai medici chiedendo loro di preservare l’aspetto delle due giovani. Momenti di particolare tensione, la rabbia per il torto subìto, la paura per quanto accaduto. «Salvate il volto delle mie figlie», ha detto la donna che nonostante la forte tensione e l’agitazione, ha cercato di non perdere il controllo di fronte alle ragazze, che erano visibilmente sotto choc. Per le sorelle, la buona notizia, arrivata dopo i primi accertamenti e le consulenze degli specialisti e dei chirurghi plastici, è stata di non dover necessitare del ricovero nel reparto Grandi Ustioni ma di poter intraprendere un percorso terapeutico per via ambulatoriale con il primo incontro fissato già per venerdì.
Sul drammatico episodio che ha coinvolto le due sorelle, il quartiere si è diviso. Tra i vicoletti del rione Stella, incastonato nella Sanità a ridosso di Capodimonte, c’è chi ha reagito con un silenzio serrato e chi, invece, è convinto che si tratti di una lite familiare o, in qualche modo, di una conseguenza dovuta a dissapori tra parenti. Una cosa è certa, sono in pochi a credere che tra gli aggressori e le vittime non ci fosse nessuna conoscenza. Altrettanto certo e tangibile, nel rione, è il dolore e la vicinanza espressa nei confronti della famiglia delle ragazze che ieri non sono rientrate nella loro abitazione ma «sono state portate in un luogo sicuro», come ha spiegato un parente delle giovani che, involontariamente, con l’allontanamento delle ragazze del quartiere ha rafforzato l’idea di chi sostiene si tratti di ostilità tra consanguinei. Una vicenda che ora attende gli esiti delle attività di indagine condotte dalla squadra mobile del primo dirigente Alfredo Fabbrocini, mentre sotto il profilo medico ha inizio una terapia per eliminare le tracce dello sfregio a colpi di acido.