Caso Maugeri, Formigoni condannato a 6 anni

Giovedì 22 Dicembre 2016
Caso Maugeri, Formigoni condannato a 6 anni
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Milano - L'ex governatore della Lombardia e senatore di Ncd Roberto Formigoni è stato condannato a sei anni di carcere. Lo ha deciso la decima sezione penale del Tribunale di Milano nel processo sul caso Maugeri e San Raffaele, per il quale l'ex numero uno del Pirellone è imputato per associazione per delinquere e corruzione con altre nove persone. I giudici, che hanno letto la sentenza nella maxi aula della proma Corte d'Assise d'Appello, la stessa dei processi a carico di Silvio Berlusconi, hanno fatto cadere l'accusa di associazione a delinquere, hanno riconosciuto all'ex governatore le attenuanti generiche, lo hanno condannato in solido con Pierangelo Daccò e l'ex assessore Antonio Simone a versare una provvisionale complessiva alla Regione Lombardia di 3 milioni di euro e hanno disposto l'interdizione per sei anni dai pubblici uffici. Pierangelo Dacco' e' stato condannato a nove anni.

SOLDI, VIAGGI E RISTORANTI
E' il 13 aprile 2012 quando la Procura di Milano comunica l'arresto di cinque persone accusate di avere sottratto 56 milioni di euro dalle casse di una delle pubte di diamante della sanità lombarda: la Fondazione Maugeri con sede a Pavia e ramificazioni in tutta Italia, specializzata in terapie riabilitative. Tra le persone nei confronti delle qualli e' stata emessa l'ordinanza di custodia cautelare, oltre al patron della Fondazione Umberto Maugeri spiccano i nomi dell'ex assessore regionale Antonio Simone e dell'uomo d'affari Pierangelo Daccò. I due sono legati all'allora governatore lombardo, detto Il Celeste, dalla militanza in Comunione e Liberazione. Il 6 maggio del 2014 inizia il processo e il capo d'imputazione ricostruisce quella che secondo i pm è una gigantesca corruzione: 8 milioni - in contanti, viaggi, cene in ristoranti stellati e la piena disponibilita' di tre yacht - per Formigoni in cambio di appoggi illeciti a Simone e Daccò. Ma secondo l'ex capo del Pirellone non si è trattato di altro che di un rapporto di grande amicizia. I pubblici ministeri Antonio Pastore e Laura Pedio, secondo cui Formigoni è "un corrotto che ha venduto la propria carica", hanno chiesto di condannare a nove anni di carcere Formigoni come "promotore" dell'associazone a delinquere finalizzata alla corruzione e ad altri reati, per "avere messo a disposizione, assieme ad altri imputati, la sua funzione "per una corruzione sistematica nella quale tutta la filiera di comando della Regione è stata piegata per favorire gli enti suoi amici che poi lo pagavano".

Secondo i magistrati la Maugeri, operando attraverso i suoi intermediari Daccò e Simone che sfruttavano la loro amicizia con il governatore, avrebbe pagato tangenti "in percentuale agli stanziamenti poi riconosciuti dalla Regione soprattutto per le funzioni non tariffabili - quelle cioe' distribuite con discrezionalita' dall'ente pubblico - pur di avere in cambio 40 milioni ogni anno in più rispetto ai rimborsi dovuti". I vertici della Fondazione, sostie el'accusa, "sapevano benissimo che stavano pagando Formigoni" in un contesto in cui "l'intensità dei rapporti tra gli associati "nella comune appartenza a Comunione e Liberazione è fondamentale per la nascita del vincolo corruttivo". Per ringraziare il presidente di una quindicina di delibere favorevoli alla Maugeri, Daccò e Simone lo avrebbero ricompensato "provvedendo a tutte le sue esigenze ricreative" anche attraverso vacanze di capodanno in Sudamerica, Patagonia, Brasile, Caraibi, altri viaggi, l'uso esclusivo di tre yacht, contanti che gli venivano consegnati periodicamente, una villa in Sardegna, cene in lussuosi ristoranti. Tutto ciò mentre "dal 2002 al 2012 i conti correnti di Formigoni sono stati silenti, non viene registrata nessuna spesa, non un bancomat, non una carta di credito", afferma la pm Laura Pedio nella sua requisitoria. Durante le indagini i pm hanno disposto un sequestro di oltre 60 milioni in denaro e beni tra cui un migliaio di bottiglie di vino al ristorante milanese Sadler, dove Formigoni e i suoi amici cenavano spesso, e lo yacht "America". Per l'accusa, in questo modo "oltre 70 milioni sono stati rubati ai malati della Regione".

"SOLO AMICIZIA"
L'attuale senatore di Ncd ha consegnato la sua difesa alle dichiarazioni spontanee rese in aula e alle arringhe dei suoi legali. "Quella che la Procura chiama utilità - ha detto nell'udienza dell'8 luglio 2015 - per me sono scambi tra persone amiche.

L'accusa sostiene che avrei cominciato a percepirle dieci anni dopo aver cominciato a favorire la Maugeri iniziando così la mia attività delinquenziale. Per i magistrati, Formigoni è così abile a manipolare le coscienze degli assessori da esporsi al rischio di delinquere per dieci anni senza vantaggi, ma, come sapete, la politica è instabile e se uno vuole dei vantaggi li deve avere subito, poi magari non ti rileggono". E chiarisce anche i suoi rapporti con Daccò: "Siamo amici e ci comportavamo come tali, nessuno calcolava il valore di quello che uno dava all'altro. Un rapporto di amicizia è la tipica cosa in cui non ci sono calcoli, è gratuito". Quanto al silenzio dei suoi conti correnti, si difende così: "Si è insinuato che vivevo d'aria. Io versavo alla mia casa dove risiedo coi 'memores domini' dai 50 ai 70mila euro all'anno. Era un versamento unico che serviva per l'affitto, la manutenzione e per pagare la colf". E sull'"uso esclusivo della barca" invita i giudici a "guardare le riviste di gossip che tutti gli anni mi attribuivano una fiamma diversa pubblicando le mie foto in barca".

Ultimo aggiornamento: 26 Dicembre, 14:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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