Non gli si possono riconoscere le attenuanti generiche perché il suo è un pentimento insincero, che mirava unicamente a uno sconto di pena.
Il magistrato ha ripercorso nelle 74 pagine delle motivazioni la storia del complesso rapporto tra Carla e Pietropaolo. Carla aveva intrecciato una relazione col suo attuale compagno, Vincenzo Ilario, dal quale voleva un figlio: l'uomo, padre di tre figli avuti da un precedente rapporto, non se la sentì e Carla convinse allora Paolo per concepire insieme un figlio con la fecondazione assistita. Ma non interruppe i rapporti con Ilario, circostanza che determinò una reazione rabbiosa di Pietropaolo. «In una concezione proprietaria della donna che ha caratterizzato tutto il loro rapporto e che legittima un uomo anche ad usare violenza sulla sua compagna è immaginabile anche per Pietropaolo dar fuoco alla sua donna se lei va via con un uomo con il quale ha anche intrattenuto una relazione sentimentale. Per Paolo - spiega il gup - è insopportabile che Carla si faccia bella per altri e non per lui, è insopportabile che lei sia felice, è insopportabile che un altro uomo si congiunga carnalmente a lei che ha in grembo la loro figlia. Carla si è rivelata a lui 'una rosa con le spinè perché ha amato un altro uomo, perché sorride pur avendolo lasciato, perché è felice della bambina che ha in grembo anche se lui non gli è accanto. Per questi motivi va punita e le va dato fuoco». Il giudice Egle Pilla esclude la sussistenza di disturbi psichici dell'imputato. Si è sempre mostrato «calmo, anzi calmissimo», afferma tra l'altro il magistrato.