Coppia dell'acido, Alexander Boettcher condannato a 23 anni

Mercoledì 30 Marzo 2016
Coppia dell'acido, Alexander Boettcher condannato a 23 anni
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Alexander Boettcher è stato condannato a 23 anni nel processo milanese con al centro l'accusa di associazione per delinquere per una serie di aggressioni con l'acido. Lo ha deciso il collegio dell'undicesima sezione penale. Il broker era già stato condannato lo scorso giugno a 14 anni per aver sfigurato Pietro Barbini. All'ex amante Martina Levato sono già stati inflitti 14 e 16 anni nei due processi sui blitz con l'acido.

I giudici hanno condannato Boettcher a 23 anni di carcere e a 3 anni di libertà vigilata a pena espiata.

Il pubblico ministero ne aveva chiesti 26. Nel dispositivo il collegio, in sostanza, ha riconosciuto l'impianto accusatorio del pm di Milano Marcello Musso, titolare delle indagini di cui si sono occupati anche il dirigente della Questura di Milano Maria Josè Falcicchia e il procuratore aggiunto Alberto Nobili (entrambi presenti alla lettura della sentenza). In sostanza, Alex è stato ritenuto colpevole dell'associazione per delinquere che avrebbe avuto come partecipi anche l'ex amante Martina Levato e il presunto basista Andrea Magnani, quest'ultimo già condannato a 9 anni e 4 mesi. La cosiddetta «banda dell'acido» avrebbe sfigurato Pietro Barbini (per questo caso il broker è già stato condannato a 14 anni), Stefano Savi e avrebbe tentato di sfregiare anche Giuliano Carparelli.
Nell'associazione per delinquere, tra l'altro, rientra anche l'episodio del tentativo di evirazione ai danni di Antonio Margarito. I giudici hanno riconosciuto provvisionali di risarcimento a tutte le parti civili: 1,2 milioni di euro a Stefano Savi, 60 mila euro ciascuno al padre, alla madre e al fratello del ragazzo, 50 mila euro a Carparelli, 10 mila euro a Margarito e 45 mila euro all'Asl di Milano. Con la sentenza è caduta soltanto l'aggravante della crudeltà, che era già caduta nel processo abbreviato a carico di Martina e del presunto basista. Inoltre, i giudici hanno riqualificato una delle imputazioni 'minorì contestate al broker, quella della presunta rapina del telefono di Carparelli.

Anche Stefano Savi, il giovane che venne sfigurato il 2 novembre del 2014, è arrivato nell'aula del processo milanese dove tra poco verrà letta la sentenza a carico di Alexander Boettcher, imputato per una serie di aggressioni con l'acido. In aula c'è anche un'altra delle parti civili, Antonio Margarito.


Boettcher: «Sentenza già scritta ma lotterò». «In due ore di camera di consiglio cosa ti aspettavi? È una sentenza già scritta, ma io sono innocente e lotterò anche in appello». Sono queste, in sostanza, le prime parole pronunciate da Alexander Boettcher e riferite al suo legale, l'avvocato Michele Andreano, dopo la sentenza.

Boettcher non era presente davanti ai giudici al momento della lettura della sentenza (sono stati ammessi per la lettura del dispositivo gli operatori delle tv e i fotografi), ma è rimasto in uno dei corridoi dietro l'aula, controllato dalle guardie penitenziarie. In aula, invece, c'era la madre del broker, Patrizia Ravasi, che è scoppiata a piangere dopo la condanna a 23 anni del figlio. «Noi ora attendiamo le motivazioni tra 90 giorni - ha spiegato l'avvocato Andreano - e faremo appello, non vogliamo fare polemiche sul fatto che i giudici siano stati solo due ore in camera di consiglio per decidere». L'arringa dei legali, infatti, è finita verso le 16,30 e la sentenza è uscita verso le 18,45. «Boettcher - ha aggiunto il difensore - ha avuto un processo giusto, ma non una sentenza giusta».


La vittima: «Spero non esca più». «Spero che non esca più di cella». È una delle prime battute di Stefano Savi, una delle vittime sfigurate con l'acido nelle aggressioni messe a segno da Alexander Boettcher e Martina Levato, subito dopo la lettura della sentenza di condanna a 23 anni per il broker. Savi ha aggiunto di essere «risollevato» per la condanna e ha detto: «L'importante è che abbiano stabilito chi è il colpevole. Se l'è cercata lui».

Ha espresso «grande soddisfazione» soprattutto per il riconoscimento dell'accusa di associazione per delinquere e per la colpevolezza dimostrata anche in relazione all'aggressione a Stefano Savi, il pm di Milano Marcello Musso dopo la condanna a 23 anni di carcere per Alexander Boettcher, accusato di una serie di aggressioni con l'acido. Il pm, dopo aver spiegato che si era di fronte ad una «situazione probatoria delicata», ha evidenziato anche che la sentenza di condanna per il broker è arrivata nel giro di un anno e tre mesi dal suo arresto e dopo una precedente condanna dello scorso giugno a 14 anni per aver sfigurato Pietro Barbini. «È arrivata giustizia in tempi rapidi ed in modo efficace», ha aggiunto il pm.

Il collegio di giudici, presieduto da Elena Bernante, oltre a condannare Alexander Boettcher a 23 anni di carcere per la serie di aggressioni con l'acido, ha disposto che il broker versi come provvisionale di risarcimento 1,2 milioni di euro a Stefano Savi, il giovane che venne sfigurato il 2 novembre del 2014. Il padre di Stefano, Alberto Savi, ha espresso soddisfazione per la condanna e ha voluto ringraziare «il pm e la Procura per il grandissimo lavoro fatto, perchè mio figlio oggi ha avuto giustizia». Alberto Savi ha spiegato anche che «Stefano è contento per questa condanna, perchè oggi si è chiuso un cerchio dopo il primo step», ossia dopo le condanne dello scorso gennaio per Martina Levato e per il presunto basista Andrea Magnani nel processo 'bis' sui blitz con l'acido.

Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 10:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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