Christian Sodano, la chat del killer con Desyrée: «Sgozzerò i tuoi genitori». E voleva scappare all'estero

Le minacce alla ex: «Faccio una strage, soffrirai come hai fatto soffrire me. Dovranno fermarmi con l’esercito»

Lunedì 19 Febbraio 2024 di Marco Cusumano
Christian Sodano, la chat del killer con Desyrée: «Sgozzerò i tuoi genitori». E voleva scappare all'estero

Voleva uccidere anche il papà di Desyrée e lo aveva detto chiaramente alla ragazza: «Se mi lasci, taglio la gola a tuo padre e a tua madre». Christian Sodano voleva infliggere alla sua ex il dolore più grande: perdere i genitori. Così come era accaduto a lui, anni fa. Le minacce precedenti al duplice femminicidio di Cisterna di Latina emergono un pezzo alla volta, giorno dopo giorno, componendo un drammatico puzzle che probabilmente porterà verso l’aggravante della premeditazione.

Ma emerge anche un altro elemento inedito. Sodano voleva fuggire all’estero, così come disse allo zio mentre era in auto, in fuga, pochi minuti dopo aver ucciso la madre e la sorella della sua ex fidanzata. Lo zio, un ex carabiniere in pensione con cui Sodano ha un rapporto speciale perché vivevano insieme a Latina, è stato invece pronto e lucido riuscendo a pronunciare le parole giuste.

Pur essendo sconvolto per la confessione del nipote lo ha convinto a mantenere la calma e a tornare a casa, nel quartiere “Q4” del capoluogo pontino. «Non fare altre sciocchezze, torna a casa». Poi, dopo aver parlato con il nipote, ha chiamato l’avvocato e la polizia. Gli uomini della Squadra Mobile si sono precipitati nella palazzina: il ragazzo di 27 anni li attendeva affacciato alla finestra, la pistola usata nel duplice delitto era appoggiata sul divano.

Christian Sodano, le chat all'ex: «Servirà l'esercito per fermarmi, farò una strage». E Desyrée gli disse: «Ma quando cresci?»

I MESSAGGI

Aveva evidentemente le idee chiare Christian Sodano. Da tempo covava un profondo rancore verso la famiglia della sua fidanzata. Lei, Desyrée Amato, voleva lasciarlo perché non sopportava più le sue pressioni, ma Christian non accettava questa decisione. E rispondeva con un’aggressività che superava ogni limite. 

Il copione purtroppo si ripete ed è simile a molti altri femminicidi. Un copione che parte dalla delusione per un rifiuto e poi, invece di prendere la strada della reazione positiva, imbocca quella del vittimismo e del successivo atteggiamento accusatorio. «Non immagini quanto mi stai facendo del male», una frase che sintetizza perfettamente questo atteggiamento. Ma Sodano è andato ben oltre. In alcune chat che Desyrée aveva inviato a una sua amica, ora agli atti dell’indagine, il finanziere scriveva: «Ti giuro, per tutto il male che mi stai facendo te ne farò veramente tanto». E ancora: «Servirà l’esercito per fermarmi, farò una strage. Vedrai quanto posso essere cattivo». Minacce alternate a vittimismo: «Dopo tutto quello che faccio per te». Sodano pressava Desyrée, la minacciava, l’accusava e lei stava cercando una via d’uscita da quella morsa di “possessione” che il giovane chiamava impropriamente amore. Lei si era chiusa anche con le amiche, non parlava più di lui, non pubblicava più storie sui social, forse per evitare le sue sfuriate.

Ma quando riceveva i messaggi più pesanti, quelli con le minacce esplicite, faceva gli screenshot e li inviava alla sua amica del cuore. «Ti farò vedere veramente quanto posso essere cattivo quando uno mi fa veramente male. Perché non me lo merito dopo tutto quello che ti ho dato». E ancora: «Sei una falsa, devi soffrire quanto ho sofferto io. Ti farò tanto male, fosse l’ultima cosa che faccio. Non me ne frega più niente». Desyrée cerca di calmarlo, ma ogni tanto sbotta, come quando riceve la foto della mano di Christian ferita dopo un pugno sferrato contro un muro. «Devi stare calmo ca... - scrive la ragazza - Fai sempre così, ma quando cresci?». «È tutta colpa tua - replica il finanziere - ormai mi posso anche togliere la vita. Non sono Dio per giudicare una persona, ma visto che Dio mi ha tolto quelle più care (i genitori, ndr) ne porterò anche io a Dio. E ne porterò molte».

 

La ragazza è esausta: «Ma cosa ti ho fatto?». E lui: «Male. Non immagini quanto. Tranquilla, domani mi divertirò io per bene. Ti piace farmi soffrire? Perfetto». Forse Sodano aveva già in mente cosa fare e forse ha aspettato il momento migliore. Quando Desyrée gli ha restituito l’anello, la furia omicida si è scatenata: ha afferrato la pistola d’ordinanza (che Desyrée non voleva che portasse in casa) e ha fatto fuoco uccidendo la madre, Nicoletta Zomparelli di 49 anni, e la sorella Renée Amato di appena 19. Avrebbe potuto aggredire anche il padre, il cui arrivo era previsto dopo pochi minuti. Ma Desyrée è riuscita a fuggire e a quel punto, anche lui è scappato. Poi l’idea di andare all’estero, la corsa in auto, il posto di blocco dei carabinieri che lo fermano perché correva troppo. Infine la telefonata allo zio che lo convince a tornare a casa e aspettare l’arrivo della polizia. Ora gli investigatori stanno analizzando i tre telefoni e il tablet sequestrati a Sodano, i cellulari delle vittime e quello di Desyrée. Da lì potrebbero emergere altri dettagli di un puzzle che parte da lontano. 

Ultimo aggiornamento: 14:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci