A nulla sono valsi gli appelli disperati della famiglia, le fiaccolate e la solidarietà dell'opinione pubblica. La legge parla chiaro e i giudici non possono far altro che applicarla. Maurizio Falcioni sarà processato col rito abbreviato il prossimo 14 ottobre: si tratta dell'operaio di 35 anni che (nello scorso febbraio, a Casalbernocchi) ha ridotto a un vegetale la sua fidanzata 19enne Chiara Insidioso Monda, massacrandola di botte al termine di una convivenza caratterizzata da violenze continue da parte di lui, invano denunciate dalla famiglia della ragazza.
Falcioni è accusato di tentato omicidio, nonostante Chiara abbia subito danni all'80% del cervello e dunque solo un miracolo potrebbe restituirla alla vita vera.
«E' brutto, però mi sento di dire a chi si trova nella mia situazione che forse è meglio farsi giustizia da soli, anche se non si dovrebbe dire. Mia figlia passa le sue giornate in un letto con gli occhi sbarrati. Secondo voi, questa è vita? Siamo al cospetto di un vero e proprio omicidio. Un omicidio con respiro. Di fronte all'idea di uno sconto di pena per chi l'ha ridotta in questo stato, io dico: sto morendo insieme a mia figlia, muoio due volte», ha dichiarato il papà di Chiara in videoconferenza - domenica scorsa - durante la convention dell'Italia dei Valori.
Non a caso, il segretario nazionale dell'Idv, Ignazio Messina, ha definito necessaria una legge specifica affinché il reato tentato omicidio, quando la vittima è ridotta a un vegetale, sia equiparato all'omicidio.