Bimba morta per un'otite a Brescia, la relazione dei consulenti: «Poteva essere salvata»

Martedì 25 Settembre 2018
Bimba morta per un'otite a Brescia, la relazione dei consulenti: «Poteva essere salvata»
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Nicole poteva essere salvata. Questo il responso dei consulenti della Procura di Brescia, sul caso della morte della bambina di 4 anni per un'infezione dovuta a un'otite. La Procura aveva iscritto nel registro degli indagati tutti i medici, 15 complessivamente, che avevano preso in cura la bambina passata dalla pediatra di famiglia, dall'ospedale di Manerbio (Brescia), dalla Clinica Poliambulanza di Brescia e infine dagli Spedali civili. Un ruolo fondamentale l'avrebbe avuto la pediatra la cui condotta è stata definita «superficiale e poco accorta».

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Per i consulenti della Procura bresciana, due medici del Gaslini di Genova «a fronte della persistente sintomatologia algica per 10 giorni la dottoressa avrebbe dovuto impostare una antibioticoterapia e richiedere una visita otorinolaringoiatrica. L'eventuale somministrazione per via orale di un comune antibatterico avrebbe implicato una repentina abbattimento della carica batterica e una ripresa clinica. La sua condotta - scrivono i consulenti - ha determinato uno sproporzionato ritardo diagnostico terapeutico, il quale abbatteva pesantemente le probabilità di sopravvivenza della bambina».

I medici dell'ospedale di Manerbio e della Clinica Poliambulanza non avrebbero svolto approfondimenti, ma secondo la relazione l'inadeguata e negligente condotta medico professionale non appare però sufficiente per supportare un nesso causale con il decesso in quanto il quadro infettivo sottendeva scarse possibilità di regressione.
Ultimo aggiornamento: 13:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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