Roma, travolti e uccisi sull'Aurelia: il pirata era drogato. «La vittima aveva una figlia»

Venerdì 1 Luglio 2016 di Emanuele Rossi
Roma, travolti e uccisi sull'Aurelia: il pirata era drogato. «La vittima aveva una figlia»


Alessandra aveva un sogno. Quello di riavere un giorno la sua bambina di 5 anni e mezzo che era stata affidata tramite servizi sociali, alla nonna paterna, su decisione del tribunale. Stava frequentando Matteo. «Per Ale era il ragazzo giusto», dicono le amiche. Per voltare pagina e rifarsi una vita magari, e coltivare la speranza di poter riabbracciare finalmente la figlia, per sempre, dopo un'adolescenza travagliata. La vedeva a volte ma per una mamma non è la stessa cosa che averla ogni giorno. Le volevano bene tutti a Santa Severa. Alessandra Grande, 22 anni, non si rassegnava affatto. «Era testarda, con un cuore immenso. Bastava parlarci due volte per provare subito simpatia. Cercava una stabilità, si vestiva in modo stravagante ma era seria», il racconto di Salvatore che la conosceva.

IL DOLORE
I nonni le stavano dando una mano. Le avevano ridato il sorriso e la serenità riaprendo il bar Haiti in piazza Pyrgi: in quel locale, la loro nipote, aveva ripreso a lavorare per se stessa e per non far mancare nulla alla bimba. Matteo Carta, 25 anni, le stava vicino sempre, anche dietro al bancone del bar. Poi, terminato il servizio, la riaccompagnava a casa con lo scooter. Come la notte di lunedì scorso quando alle 2,45, Moreno Polidori, giardiniere di 46 anni, al volante di un suv noleggiato a Viterbo, ubriaco e drogato, li ha falciati tutti e due sull'Aurelia uccidendoli, e poi dandosi alla fuga per le campagne di Santa Severa. Luigi Grande, il nonno della giovane vittima è distrutto e pensa anche alla piccola di Alessandra.

 

LE INDAGINI
«Non avrà più la sua mamma, e questo ci fa disperare. - ammette il nonno - Avevamo ripreso l'attività solo per nostra nipote. Nessuno ce la ridarà indietro. Non vogliamo vendetta contro quest'uomo. Ci penserà la Giustizia a fare il suo corso». Nel frattempo vanno avanti le indagini della procura di Civitavecchia affidate al pm, Lorenzo Del Giudice. Il gip, Paola Petti, ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere a Civitavecchia del pirata della strada che si dovrà difendere dall'accusa di omicidio stradale plurimo con l'aggravante dell'omissione di soccorso. Sono stati i carabinieri della compagnia di Civitavecchia, con l'ausilio dei militari di Santa Severa, a individuarlo dopo poche ore lo schianto al chilometro 53 della statale, mentre dormiva nella sua abitazione di Santa Severa con la compagna. Solo al terzo interrogatorio, nella caserma di Santa Severa e con il suo avvocato, Annalisa Di Gennaro, l'uomo è crollato e ha confessato di aver investito i due ragazzi, ammettendo le bugie raccontate nelle precedenti versioni fornite. Polidori, che ha chiesto poi scusa per l'accaduto dichiarando di non essersi reso conto di aver colpito i ragazzi col suv, è stato sottoposto al test etilico e anche a quello delle sostanze stupefacenti ed è risultato positivo. I militari avevano già acquisito indizi importanti prima della confessione: le telecamere comunali di Santa Severa, le testimonianze di alcuni cittadini e poi gli indumenti sequestrati nel suo appartamento intrisi di sangue delle vittime. «Senza tralasciare si legge in una nota dei carabinieri lo stato di alterazione psicofisica in cui versava l'investitore, che aveva un forte alito vinoso».

Ultimo aggiornamento: 09:39

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