Picchiavano gli anziani ospiti della casa di riposo offendendoli con parolacce irriferibili e minacciandoli di «rompere loro le mani», parole e azioni testimoniate dalle riprese delle telecamere sistemate all'interno della struttura dai carabinieri. Immagini costate a sei operatori della casa di riposo di Strada in Casentino, nel comune di Castel San Niccolò (Arezzo), l'interdizione dalla professione oltre che il coinvolgimento diretto, insieme ad un settimo collega, nell'indagine condotta dai carabinieri di Bibbiena.
A coordinare l'inchiesta il sostituto procuratore Marco Dioni titolare del fascicolo aperto per i maltrattamenti subiti dagli anziani ospiti della struttura, tra 18 e 20 come tetto massimo, per lo più non autosufficienti. I sei interdetti, tutti italiani tra i 40 e i 60 anni, sono operatori sociosanitari e non infermieri professionali. Secondo quanto sostengono gli inquirenti nessuno di questi ultimi è coinvolto nelle indagini. Stando a quanto riferito dagli investigatori la vicenda prende le mosse proprio dalla segnalazione di un operatore che, stanco delle maniere violente dei colleghi, racconta tutto ai carabinieri. All'inizio l'indagine è difficile, si pensa a come testimoniare quanto accade dietro le mura della casa di riposo dove, peraltro, alcuni mesi dopo si verificò una fuga di gas con evacuazione di una parte dell'edificio, episodio al momento non collegato all'inchiesta. I carabinieri allora ricorrono alle telecamere per avere una visione diretta di quanto accade e quello che vedono fa loro accapponare la pelle. Offese a voce alta e schiaffi così sonori da essere chiaramente percepiti. Così scatta il blitz con la notifica dei provvedimenti di interdizione dall'esercizio della professione, voluta dal gip del tribunale di Arezzo Giampiero Borraccia: il pm Dioni aveva chiesto gli arresti domiciliari.
A segnalare anomalie anche un congiunto che aveva notato una parente lì ricoverata con strani lividi.