Ancona, otite curata con l'omeopatia: morto bambino di sette anni

Sabato 27 Maggio 2017
Ancona, otite curata con l'omeopatia: morto bambino di sette anni
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Francesco non ce l'ha fatta. Un'otite batterica bilaterale curabile con antibiotici se l'è portato via dopo 15 giorni persi dietro a terapie a base di preparati omeopatici e un ricovero tardivo in ospedale. Non è servito l'intervento neurochirurgico disperato condotto dai sanitari dell'Ospedale pediatrico "Salesi" di Ancona subito dopo il ricovero, avvenuto il 24 maggio. «La situazione era già di coma importante» ha spiegato il dottor Fabio Santelli, direttore del Reparto di Anestesia e Rianimazione del Salesi. «Si è fatto un tentativo di aspirazione dell'ascesso e di riduzione dell'ipertensione endocranica», ma il pus «dall'orecchio era arrivato al cervello, e l'infezione era troppo estesa».

Oggi alle 12:50 il bollettino che annunciava il decesso del piccolo, e l'avvio della procedura di osservazione di morte cerebrale, al termine della quale i genitori hanno autorizzato la donazione degli organi. Francesco si sarebbe quasi certamente salvato se il padre e la madre, commercianti a Cagli, non si fossero affidati - come hanno raccontato - soltanto al medico Massimiliano Mecozzi, che fino a due giorni prima della corsa in ospedale ha somministrato al bimbo preparati omeopatici, sostenendo che «farmaci tradizionali l'avrebbero fatto diventare 'sordò o indotto in 'coma epaticò», secondo quanto ha riferito uno dei nonno del bimbo. Omicidio colposo è l'ipotesi di reato a carico di ignoti al vaglio della procura di Urbino, che disporrà l'autopsia e acquisirà le cartelle cliniche.

A rischio la posizione di Mecozzi, 54 anni, ambulatori a Pesaro e Fano. Ma anche i genitori di Francesco, che hanno altri due figli minori, potrebbero essere indagati. «State solo approfittando del nostro dolore...» ha detto la madre ai cronisti, mentre uno dei nonni ha annunciato che la famiglia denuncerà l'omeopata. Un'informativa peraltro è stata trasmessa dal 'Salesì anche alla procura dei Minori di Ancona. A quanto si è appreso, fino a 48 ore prima di correre nel nosocomio di Urbino, quando ormai Francesco era semi incosciente, e da lì al 'Salesì, questo nucleo familiare ha avuto come unico referente il dottor Mecozzi (sul quale pende ora anche un'inchiesta interna dell'Ordine del medici), e non si è rivolto al pediatra di base. L'omeopata seguiva il bambino da tre anni. Francesco era uno dei suoi numerosi piccoli pazienti, anche se il sanitario non risulta che abbia una specializzazione in pediatria e a tutt'oggi i medici del 'Salesì non sanno quali prodotti abbia somministrato. Il bambino, ha raccontato il nonno, non prendeva mai antibiotici, e pur essendo vaccinato, non ha più fatto i richiami successivi.

Il presidente della Società italiana di Pediatria Alberto Villani, esprimendo «grandissimo dolore per la morte del bimbo», ricorda che l'omeopatia «si occupa di situazioni, non cura le patologie» e «non esiste alcun caso noto di una otite con pus curata con l'omeopatia». «Se dopo tre o quattro giorni l'infezione permane e il quadro clinico appare compromesso è meglio affidarsi agli antibiotici», ha sottolineato il dottor Santelli, provato anche sul piano umano dal dramma che si è trovato ad affrontare.

Da Marco Del Prete, presidente di Amiot, l'associazione medica italiana di Omotossicologia, l'invito a «non usare strumentalmente» un caso di «scelte mediche probabilmente inopportune» contro un'intera categoria di professionisti della Salute.

Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 08:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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