Papa, ultima udienza dell'anno: «Prego per le vittime delle calamità naturali»

Mercoledì 30 Dicembre 2015
Papa Francesco per l'udienza generale in piazza San Pietro
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Papa Francesco è arrivato in piazza San Pietro avvolto in un pesante cappotto bianco per il freddo pungente, e ha scherzato sul tempo: «Un giorno un pò freddo, eh?». È cominciata così l'ultima udienza generale dell'anno, per la quale si sono raccolti in diecimila, tra fedeli e pellegrini da ogni parte del mondo.

Il Papa ha pregato «per le vittime delle calamità che in questi giorni hanno colpito gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l'America del Sud, specialmente il Paraguay, causando purtroppo vittime, molti sfollati e ingenti danni.

Il Signore dia conforto a quelle popolazioni, e la solidarietà fraterna li soccorra nelle loro necessità».

«Sono sicuro - ha detto poi Francesco - che nelle nostre case ancora tante famiglie hanno fatto il presepe portando avanti questa bella tradizione che risale a san Francesco d'Assisi e mantiene vivo nei nostri cuori il mistero di Dio che si fa uomo». Il pontefice ha dedicato la catechesi di oggi a Gesù Bambino, come immagine del mistero di Dio. «Sarà una bella cosa oggi quando torniamo a casa - ha detto poi il Papa, al termine della sua catechesi su Gesù bambino - andare al presepe e baciare il bambino Gesù e dirgli "Gesù io voglio essere umile come te, umile come Dio", e chiedergli questa grazia».

«È una bella attitudine che i genitori, i nonni, hanno, quella di guardare ai bambini, guardare cosa fanno». I bambini, ha spiegato il Papa, «vogliono la nostra attenzione e devono stare al centro», non perchè sono «orgogliosi, ma perchè hanno bisogno di sentirsi protetti», e «amano giocare» e «giocare con loro significa abbandonare la nostra logica per entrare nella loro, se vogliamo che si diverta è necessario capire cosa piace a lui e non essere egoisti e fare le cose che piacciono a noi».

«Come si vede, sappiamo poco di Gesù Bambino, ma possiamo imparare molto da Lui se guardiamo alla vita dei bambini. È una bella abitudine che i genitori, i nonni hanno, quella di guardare ai bambini, cosa fanno. Scopriamo, anzitutto, che i bambini vogliono la nostra attenzione. Loro devono stare al centro perchè? Perchè sono orgogliosi? No! Perchè hanno bisogno di sentirsi protetti. È necessario anche per noi - ha aggiunto papa Bergoglio - porre al centro della nostra vita Gesù e sapere, anche se può sembrare paradossale, che abbiamo la responsabilità di proteggerlo. Vuole stare tra le nostre braccia, desidera essere accudito e poter fissare il suo sguardo nel nostro. Inoltre, far sorridere Gesù bambino per dimostrargli il nostro amore e la nostra gioia perchè lui è in mezzo a noi. Il suo sorriso è segno dell'amore che ci dà certezza di essere amati. I bambini, infine, amano giocare. Far giocare un bambino, però, significa abbandonare la nostra logica per entrare nella sua. Se vogliamo che si diverta è necessario capire cosa piace a lui, e non essere egoisti e far fare loro le cose che piacciono a noi. È un insegnamento per noi. Davanti a Gesù siamo chiamati ad abbandonare la nostra pretesa di autonomia - e questo è il nocciolo del problema, eh?: la nostra pretesa di autonomia - per accogliere invece la vera forma di libertà, che consiste nel conoscere chi abbiamo dinanzi e servirlo. Lui, bambino, è il figlio di Dio che viene a salvarci. È venuto tra di noi per mostrarci il volto del Padre ricco di amore e di misericordia».

Ultimo aggiornamento: 31 Dicembre, 12:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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