Allarme dei malati oncologici: in Italia
troppo disparità nell'accesso alle cure

Giovedì 12 Maggio 2016
Allarme dei malati oncologici: in Italia troppo disparità nell'accesso alle cure
ROMA - Troppe le differenze nell'accesso alle terapie anti-cancro per i malati italiani: i pazienti oncologici devono infatti aspettare 427 giorni in Italia (contro 364 in Francia, 109 nel Regno Unito e 80 in Germania) per accedere ai trattamenti innovativi, con preoccupanti differenze regionali. Ed è forte la rabbia delle associazioni dei pazienti per «l'occasione perduta» della riforma costituzionale recentemente approvata. La denuncia è contenuta nell'VIII Rapporto dell'Osservatorio sulla condizione assistenziale dei pazienti oncologici della FAVO (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), preparato con la collaborazione del Censis e presentato oggi al Senato in occasione della XI Giornata del malato oncologico. Il modello di regionalismo delineato nel nuovo Titolo V della Costituzione, spiega il presidente Favo Francesco De Lorenzo, «continua a non attribuire allo Stato l'esercizio dei poteri sostitutivi, in caso di necessità, a tutela della concreta attuazione dei Livelli essenziali di assistenza Lea ed il nuovo testo dell'art. 117 non consente il superamento delle disparità tra aree del Paese nella disponibilità dei trattamenti innovativi».

Nel nostro Paese, denuncia sempre la Favo, «manca la rete della terapia del dolore e le cure domiciliari sono di fatto uscite dai Lea regionali; vengono infatti attivate solo per il 48,1% dei pazienti al momento delle dimissioni, mentre per il restante 51,9% provvedono i familiari».
E non va dimenticato, prosegue l'associazione, «che l'accesso a beni e servizi, come i prodotti assicurativi e bancari, è ancora oggi negato a chi ha un passato di malato». 
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