Lecce, non sapeva di essere incinta: partorisce una bimba al settimo mese

Domenica 19 Febbraio 2017 di Francesca Pastore
immagine di repertorio
L’ombra della morte scacciata dalla luce della vita. La sua mamma, all’oscuro di essere incinta (di sette mesi), e lei, Beatrice, minuta e bellissima, viene al mondo con coraggio, all’insaputa di tutti. Quasi impossibile trattenere l’emozione mentre lui, Giacomo, il nonno, di San Donato, un uomo alto e con lo sguardo fiero, racconta i momenti di questa storia incredibile.
«Mia figlia stava male – dice nonno Giacomo -, ero convinto che avesse qualcosa di brutto e invece mi ha donato la mia seconda e splendida nipotina. Ma adesso qualcuno deve pagare, qualcuno deve assumersi la responsabilità di essersi comportato con leggerezza. Mia figlia e mia nipote potevano morire».
Questi i fatti. «Il 10 febbraio scorso - racconta ancora l’uomo - mio genero ci chiama a mezzanotte per comunicarci che mia figlia stava male, aveva dei dolori addominali fortissimi. Una volta giunti nella sua casa, a pochi metri dalla nostra, mia figlia riversa nel letto, piangendo mi supplicava di aiutarla: “Sto morendo papà, aiutami”, mi diceva».
Inizia così la spola della signora, sposata e madre di una bambina, tra il paese e il “Fazzi” di Lecce, sempre accompagnata dai suoi genitori. «Una volta giunti al pronto soccorso dell’ospedale di Lecce – prosegue ancora - mi prodigo per farla visitare presto e il medico di turno ci dice che si trattava di un problema intestinale, legato a delle feci accumulate. Le viene iniettata una puntura di calmante e consigliato uno sciroppo e dei clisteri per risolvere il problema. Viene mandata via, ed il giorno dopo stava già meglio. Passa il venerdì, passa la giornata di sabato e sabato sera intorno alle 21 le condizioni della 39enne peggiorano nuovamente e ritorna a stare malissimo. “Papà sto morendo, mi perdete, aiutami”, continuava a ripetermi. Ero disperato. La faccio salire in macchina e la riporto di nuovo al pronto soccorso. Mi lamento con il personale presente perché stavano tardando a visitarla. Finalmente la chiamano ed entra nella stanza con un medico e le prescrivono ancora calmanti e altri clisteri».
Ritornano a casa. Trascorre la domenica, lunedì mattina, 13 febbraio, alle 7.30 «mi richiama mio genero preoccupato – racconta ancora il nonno –, mia figlia era peggiorata, passo dalla guardia medica ma non era in sede, chiedo aiuto ad un medico ma non poteva venire nemmeno lui. In quel momento, credetemi, avrei fatto l’irreparabile pur di salvare mia figlia. Ritorniamo per la terza volta al pronto soccorso e mia figlia, ritenuta un codice bianco, viene rimandata via, non c’erano medici. Abbiamo deciso di portarla al medico di famiglia, mentre lei si dimenava con i dolori sempre fortissimi. Una volta giunti dal medico, mi consiglia di non perdere tempo, vista la gravità e le condizioni dell’addome, di fare subito un’ecografia e di portarla all’ospedale di Copertino. Così faccio. Arriviamo a Copertino alle 8.40, mia figlia entra, ci chiamano dopo 2,3 minuti per comunicarci che era incinta: nemmeno mia figlia sapeva nulla. È stato uno stupore per tutti. Probabilmente, ma ero molto frastornato per comprendere bene di cosa stesse parlando, la dottoressa di Copertino, gentilissima e di una grande umanità, ci aveva spiegato che la gravidanza era partita gemellare però poi una sacca si era fermata e l’altra no, in presenza in questi mesi anche del ciclo». A quel punto c’era poco ancora da riflettere, le contrazioni diventavano sempre più frequenti e la bambina nel giro di pochi minuti è venuta al mondo.
Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 20:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci