Intercettazioni, una proposta di legge per fermare il Far West informatico

Lunedì 13 Marzo 2017
Intercettazioni, una proposta di legge per fermare il Far West informatico
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Stop al Far West nelle intercettazioni di cellulari, tablet e computer attraverso software occulti, i cosiddetti cavalli di Troia informatici. A chiederlo è Stefano Quintarelli, deputato di Civici e innovatori e da sempre impegnato nell'approfondimento di tutte le questioni legate all'utilizzo della Rete, autore di una proposta di legge per la disciplina dell'intercettazione di comunicazioni telematiche e dell'acquisizione di dati ad esse relativi, con l'obiettivo di trovare un equilibrio tra l'uso di un importante strumento di indagine ed il rispetto dei principi costituzionali.  

Un mezzo investigativo «oggi imprescindibile per contrastare alcune forme di criminalità, anche transnazionale», ma nello stesso tempo «particolarmente insidioso, suscettibile di determinare significative limitazioni ai diritti fondamentali». I software attualmente disponibili consentono infatti il pieno controllo del dispositivo e, quindi, di fare telefonate, mandare sms e leggerne l'archivio, accedere e inviare posta elettronica, tracciare la posizione gps, attivare il microfono per ascoltare, azionare la telecamera per vedere e scattare foto, inserire, modificare e copiare (documenti, mail, foto, registrazioni), nonché tracciare consultazioni web. Senza dimenticare la possibilità di accedere anche ad archivi personali e aziendali posti al di fuori del dispositivo (server, cloud), dove viene archiviata - di fatto - tutta la vita di una persona.

Captazioni da remoto che, come le intercettazioni, «vanno a comprimere la libertà e la segretezza della corrispondenza protette dall'articolo 15 della Costituzione insieme a tutte le altre forme di comunicazione» e che, come le perquisizioni, «incidono sull'inviolabilità del domicilio», in questo caso informatico, protetta dall'articolo 14 della Carta. Diritti ai quali si aggiunge quello alla riservatezza.  Perciò, si pone una questione «di compatibilità costituzionale», che non può essere soddisfatta applicando semplicemente le norme in vigore relative alle intercettazioni, perchè in questo caso non ci si limita ad intervenire su un flusso di comunicazioni, ma si può arrivare ad «un monitoraggio molto più penetrante, anche su dati non oggetto di comunicazione da parte dell'utente e registrati in memoria». Quintarelli, e con lui gli altri sottoscrittori della proposta (tra gli altri Stefano Dambruoso sempre di Civici innovatori, Emanuele Fiano del Pd, Antonio Palmieri di Forza Italia) ritengono quindi necessario arrivare ad una disciplina autonoma sia per quanto riguarda l'utilizzo dello strumento di indagine, sia per punire il ricorso a tali pratiche per scopi criminali.

 
Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 14:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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