Rubavano da macchinette Atac e parchimetri, arrestati 11 vigilantes. «Guadagnavano 500 euro al giorno»

Mercoledì 5 Dicembre 2018
Rubavano da macchinette Atac e parchimetri, arrestati 11 vigilantes. «Guadavano 500 euro al giorno»
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Utilizzavano le macchinette dell'Atac e parchimetri sparsi su tutto il territorio di Roma come una sorta di bancomat. Erano addetti alla riscossione degli incassi ma parte di quei soldi venivano intascati con guadagni illeciti che potevano raggiungere i 500 euro al giorno. Per questo 11 guardie giurate addette al trasporto e alla vigilanza dei biglietti sono state arrestate dalla Guardia di Finanza su disposizione del gip del Tribunale di Roma. L'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, era partita dalla denuncia del legale rappresentate della società «Unisecur» che era stato allertato da un collega degli arrestati che si era rifiutato di dividere la somma illecitamente prelevata. Al gruppo era stato affidato il controllo di 32 casse automatiche, 11 casse manuali e oltre quattromila parcometri.

Gli indagati attraverso alcuni stratagemmi e approfittando dell'obsolescenza delle macchine che distribuiscono biglietti si appropriavano dalle casse banconote e monete, spesso anche non rendicontate dal contatore elettronico. Nei loro confronti i pm di piazzale Clodio contestano, a seconda delle posizioni, i reati di furto, appropriazione indebita e peculato. Per il gip Corrado Cappiello che firma il provvedimento siamo in presenza di «modalità operative collaudate» messe in atto dagli arrestati «anche grazie ad una sostanziale assenza di controlli». Le «appropriazioni di denaro quantificabili presuntivamente nell'importo di alcune centinaia di euro a persona per turno, costituenti di fatto, una parallela e sicura fonte di reddito con cui - stando alle parole degli stessi indagati - soddisfare l'acquisto di beni di consumo ovvero garantirsi la pensione, tanto da non preoccuparsi né dei controlli di polizia né della paventata presenza di telecamere nei furgoni». Condotte «caratterizzate dal più totale disprezzo per le regole e una personalità connotata dall'assoluta assenza di senso del dovere e di responsabilità nello svolgimento del proprio lavoro». Nell'ordinanza di custodia cautelare sono citate una serie di intercettazioni. Dialoghi tra gli indagati da cui emerge l'attività illecita. «A Termini oggi ho fatto la ricarica. Biglietti bloccati, soldi rubati», affermano al telefono.

Le guardie giurate, forse sapendo di avere i telefoni sotto controllo, utilizzavano una sorta di slang e definivano «lavoretto» l'attività illecita da mettere a segno. «Sono 16/17 anni che questo lavora dentro...

ruba i soldi a rotta de collo», afferma uno degli indagati lamentandosi del fatto che uno dei suoi colleghi «rubava da solo» senza dividere i soldi. In un altro dialogo due arrestati organizzano un incontro per scambiare il denaro: «sto gonfio come un uovo - si legge nella intercettazione - ce stava il concerto a piazzale Flaminio, e era pieno da Termini a piazza de Spagna». Dal canto suo Atac afferma che «tutti gli eventuali ammanchi sono a carico del fornitore» e annuncia che «si costituirà parte civile nel procedimento».

Ultimo aggiornamento: 17:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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