Beve una bibita mentre lavora, ma è acido. Trentenne in rianimazione

Martedì 6 Novembre 2018 di Marco Corazza
la mensa
NOVENTA - Beve una bibita ma dentro c'è dell'acido. Ha rischiato grosso, e non si sa ancora quali conseguenze possa aver riportato, una trentenne di Noventa di Piave, peraltro disabile, regolarmente assunta con contratto a tempo indeterminato e impiegata come lavapiatti.

L’assurdo incidente sul lavoro è accaduto il 29 ottobre scorso, alle 15.30 la donna stava lavando i contenitori bianchi degli impasti delle pizze, vicino al cestello grande dei lavabi della cucina, e, volendo dissetarsi un po’, ha bevuto da una bottigli che era vicino a lei e che pensava fosse la sua. Dentro invece c’era dell’acido, di quello usato per sgrassare fornelli e altri elettrodomestici della cucina e quindi particolarmente corrosivo.

Appena la giovane ha deglutito il liquido ha sentito un terribile bruciore, ha chiamato aiuto e si è accasciata a terra. I suoi colleghi l’hanno soccorsa facendole bere dell’acqua o cercando di indurle il vomito. Alla fine il titolare ha pensato bene di far portare la sua dipendente la donna è stata portata al pronto soccorso di San Donà di Piave, dove i medici sono riusciti a salvarla.

M. S. è stata ricoverata fino al primo novembre nel reparto di rianimazione per poi essere trasferita in Medicina Generale, dove si trova tuttora: è fuori pericolo, ed è cosciente, ma viene ancora alimentata con un sondino e bisognerà capire se e quali conseguenze permanenti le abbia procurato agli organi interni, soprattutto all’intestino, la sostanza tossica ingerita.

La giovane e i suoi familiari, per essere assistiti, chiarire i fatti e ottenere giustizia si sono affidati a Studio 3A. Il titolare ha aperto il sinistro all’Inail e i carabinieri di San Donà di Piave, una volta ricevuto il certificato medico del pronto soccorso, “notizieranno” lo Spisal, l’Ente preposto a procedere con le indagini per fare piena luce sul gravissimo episodio. Quando la lavoratrice sarà dimessa dall’ospedale, sarà presentata anche formale denuncia-querela presso i carabinieri chiedendo all’autorità giudiziaria di avviare i dovuti accertamenti.
Ultimo aggiornamento: 15:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA