Esportazioni da record (+6%): Udine trainata dalla siderurgia

Mercoledì 13 Marzo 2019 di Elisabetta Batic
foto di repertorio
TRIESTE - È un valore da record storico quello raggiunto dalle vendite estere delle imprese del Friuli Venezia Giulia nel 2018: oltre 15,6 miliardi di euro, facendo registrare un incremento del 5,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno prima (875 milioni in più). Lo rileva il ricercatore dell'Ires Fvg Alessandro Russo sulla base di dati Istat. Comparando il dato con le altre Regioni del Nord-Est, emerge che le vendite estere delle imprese del Veneto segnano un +2,8%, quelle del Trentino-Alto Adige un +3,1% e quelle dell'Emilia-Romagna un +5,7%. La crescita dell'export in Friuli Venezia Giulia è dunque proseguita per il quinto anno consecutivo anche se ad un tasso quasi dimezzato rispetto al 2017, quando si registrò un aumento dell'11,2% rispetto al 2016.

In particolare si è verificato un rallentamento nella seconda parte dell'anno, dopo un avvio molto favorevole. A tal proposito, Russo commenta: «Il 2018 è andato molto bene ma le dinamiche del commercio internazionale stanno peggiorando anche alla luce dei rapporti tra Usa, Cina, Brexit: il risultato è comunque molto positivo». Dunque aggiunge: «Bene la provincia di Udine mentre negli anni precedenti la cantieristica suppliva l'andamento negativo del capoluogo friulano e di Pordenone che ora recuperano i livelli precedenti alla crisi». Sicuramente la Fincantieri continua ad essere un pilastro che traina l'export regionale e trattandosi di commesse e prospettive a lungo raggio «anche se dovesse esserci un peggioramento osserva il ricercatore dell'Ires Fvg possiamo aspettarci una controtendenza positiva».

IL TERRITORIO Il Friuli Venezia Giulia presenta comunque la crescita più elevata nell'ambito del Nordest (che si ferma a +4,3%) e una delle più sostenute anche a livello italiano (l'aumento nazionale è pari a +3,1%). A livello territoriale spiccano i risultati particolarmente positivi delle province di Udine (+10,3%) e Trieste (+9,1%), solo Gorizia evidenzia una diminuzione (-4,9%) dovuta agli andamenti negativi dei comparti degli elementi da costruzione in metallo e delle apparecchiature elettriche.

I SETTORI Al netto della cantieristica navale che si è fermata a livelli di poco inferiori a quelli del 2017 (-1,6%), la dinamica positiva dell'export regionale è leggermente superiore (+7,2%). Tra i settori più rilevanti c'è quello delle produzioni in metallo, il primo in assoluto per valore delle vendite (3,4 miliardi di euro), in crescita del 9,3% rispetto al 2017 (grazie soprattutto al contributo del settore siderurgico della provincia di Udine) mentre quello relativo alla fabbricazione di macchinari e apparecchiature, che vale 3,2 miliardi, presenta un risultato positivo sebbene meno accentuato (+2,2%). L'indagine Ires registra un aumento in un altro importante ambito di specializzazione dell'economia regionale, quello dei mobili (+4,2%): al contrario i prodotti alimentari, caratterizzati da una fase espansiva negli ultimi anni, nel 2018 mostrano un risultato sostanzialmente in linea con lo stesso periodo del 2017 (+0,1%). In calo gli apparecchi elettrici (-4,5%) e gli articoli farmaceutici, chimico medicinale (-2,7%).

LE DESTINAZIONI In merito alle destinazioni geografiche dell'export delle imprese regionali si registrano aumenti particolarmente accentuati dei flussi diretti verso i partner comunitari (complessivamente +9,6%). Tali andamenti risentono dei buoni risultati ottenuti in particolare in Germania (+12%) Austria (+12,1%), Slovenia (+16%) e Polonia (+30,7%). Altrettanto importanti gli incrementi verso gli Usa (+11,4%, grazie alle vendite della cantieristica navale), e la Cina (+27,3%). Tra i principali mercati esteri di sbocco delle imprese regionali sono infine in calo le esportazioni verso il Regno Unito (-1,1%) e soprattutto la Russia (-22,8%).


    
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci