La vedova, il bel nigeriano e il gemello: scatta la truffa d'amore

Sabato 23 Febbraio 2019 di Angela Pederiva
La vedova, il bel nigeriano e il gemello: scatta la truffa d'amore
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 Pensava fosse amore, invece era un raggiro. Il suo fidanzato nigeriano non solo le aveva taciuto il fatto di essere già sposato con un'altra, ma si era anche spacciato per il suo gemello: tutto perché lei assumesse proprio quel fratello come domestico, in modo da fargli ottenere il permesso di soggiorno. Ma la vedova si è accorta in tempo dell'inganno e ha sporto denuncia per truffa, così dapprima la Questura di Padova ha bloccato la pratica e ora il Tar del Veneto ha respinto il ricorso proposto dall'immigrato.
Altro che triangolo, questa storia è un groviglio, che cerchiamo di dipanare andando indietro di una dozzina di anni. Lei è una padovana, che dopo la morte del marito ha una relazione col nigeriano: Chibuike Oguzie Martin ed è coniugato con un'italiana, per cui ha il permesso di soggiorno per motivi familiari. L'altro è suo fratello gemello John Oguzie Martin, che invece non ha titolo per stare in Italia. È in questo intreccio che si annida l'imbroglio. Chibuike infatti non solto nasconde alla vedova di avere già una moglie in Sardegna, ma le si presenta anche come John, destinato all'espulsione se non sanerà la posizione.
Il bel giovanotto ci sa fare e il suo racconto convince la donna. Quest'ultima escogita il modo per aiutarlo: un'assunzione. La signora presenta richiesta nominativa per ottenere il nulla-osta al lavoro subordinato per il proprio fidanzato, come colf. L'istanza viene avanzata appunto con le generalità che l'uomo le ha sempre fornito, John Oguzie Martin, come peraltro risulta sulla copia del documento allegato, dove la fotografia non pare lasciare spazio a dubbi sul fatto che in realtà si tratti di Chibuike Oguzie Martin. Del resto i due fratelli sono gemelli, chi potrebbe distinguerli? Oltretutto in quella fase l'innamorata non sospetta nulla, per cui il problema non si pone proprio. Tant'è vero che l'11 aprile 2007 l'autorizzazione viene concessa.

Ad un certo punto però succede qualcosa, che magari una sentenza giudiziaria non può spiegare, ma che il fiuto femminile capisce eccome. Scrive di lei il Tribunale amministrativo regionale, riepilogando l'incredibile vicenda: «Si accorgeva che il fidanzato (Chibuike) l'aveva tratta in inganno, fornendole dolosamente le generalità del fratello gemello (John), sicché era nei confronti di quest'ultimo che era stato rilasciato il nulla-osta al lavoro subordinato e si stava per perfezionare l'assunzione». Così «una volta scoperto il mendacio, sentitasi tradita ed ingannata dal proprio fidanzato», la vedova denuncia Chibuike per truffa. In seguito alla querela, il 25 novembre 2008 lo Sportello unico immigrazione annulla in autotutela la concessione del nulla-osta al lavoro subordinato in favore di John, «soggetto sconosciuto» alla donna. E, a cascata, il 26 gennaio 2009 il questore di Padova emette il decreto con cui viene rigettata la richiesta del permesso di soggiorno.
IL RICORSO
Passano gli anni, ma John insiste e presenta ricorso al Tar, che alla vigilia di San Valentino gli dà torto. «Il Collegio si legge nelle motivazioni non ha motivo di dubitare dell'attendibilità della ricostruzione dei fatti fornita alla Polizia dalla vedova», peraltro non smentita dal nigeriano. L'assunzione non può validamente perfezionarsi, «risultando gravemente viziata la volontà negoziale della parte datoriale, vittima di artifizi e raggiri o, comunque, incorsa in un errore essenziale sull'identità dell'altro contraente». Pensava fosse amore, invece Chibuike era solo un gran lazzarone.
Angela Pederiva
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Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 12:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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