Benetton, è il trionfo del colore: torna la "macchina dell'arcobaleno"

Mercoledì 20 Febbraio 2019 di Elena Filini
La nuova collezione Benetton
6

La musica di Gaubert riempie l'hub di via Tortona, nel distretto della moda.

Un tecnosoft da fucina industriale. Poi, in 15', JC de Castelbajac si presenta al pubblico. Gli accessori sono maxi: c'è la shopper gonna che si lega in vita con scritto tutto va bene, il maxi marsupio dorato e argentato, la cartella a tracolla, il trolley trasparente, lo stivale tacco 12 imbottito come un doposci.
 
 

Trench, giacche a vento, cappotti frangiati e il jeans: nei minidress, a zampa, su montgomery, abbinato ai trench. Cappello imbottito stile grandi freddi e pelliccia ovina a volumi forti. «Perchè la pecora e dunque la lana sono il nostro core businness». Castelbajac fa un po' se stesso un po' Pastelbajac. Immagina cioè una collezione allegra, dissacrante, che traccia una linea di demarcazione netta con il passato. Piacerà? E' presto per dirlo. Di sicuro esprime un gesto creativo forte. Nel bene e nel male, è un segno chiaro. E' però al mattino che lo stilista e creativo francese ha raccontato quei 6 mesi destinati a cambiare la pelle del marchio. Et voilà, la filosofia della rainbow machine, la macchina dell'arcobaleno nata alla fine degli anni Cinquanta in uno scantinato del Nordest.
 
Dalle mani, ma soprattutto dal cuore di quattro fratelli, Giuliana, Luciano, Gilberto e Carlo Benetton, che sognavano una rivoluzione a tinte forti. Oggi, dopo 50 anni, la nuova era riparte proprio da lì: dalla capacità di rendere la manifattura un prodotto contemporaneo. «Io, Luciano Benetton e Oliviero Toscani abbiamo questo in comune: siamo uomini di colore». Jean Charles de Castelbajac ieri mattina si è sottoposto al severo plotone della Milano fashion week. «Papa Giovanni Paolo II mi disse: tu hai utilizzato il colore come cemento della fede. Con Benetton il colore diventa cemento della democrazia». Se non è un miracolo, quello che la famiglia Benetton si aspetta da lui, poco ci manca. Sei mesi di lavoro, 25 capi in netta rottura con il passato e un mondo che strizza l'occhio ai millennials. I pezzi sono solo una parte della collezione, ma danno l'idea della nuova fase espressiva: negli store di Milano, Parigi e Londra sono già in vendita nei nuovi concept teatrali immaginati e firmati dallo stilista. Calze multicolor, piumini con il rinnovato lettering del marchio, sciarpe alla Pippi calzelunghe con deliziosi guanti, jacquard multicolor. Fantasie realizzate con i colori primari dell'arcobaleno ma anche un arcobaleno di terra con marroni, grigi polverosi e ocra. Rainbow e mimetica. CONCETTO DI STILE Il desiderio? Uscire dal fast fashion ed entrare in un nuovo concetto di stile in grado di riposizionare la griffe di Ponzano. I prezzi? Continueranno ad essere pop, ma ci saranno anche capsule di segmento più elevato, tra i 250 e i 300 euro. Castelbajac ripropone alcune delle sue intuizioni cardine: maglioni e bomber con i personaggi dei cartoni animati, ironia, capi base con il jeans trasformati dalla nuova tecnologia. «Il logo ha ritrovato centralità negli abiti, come a dire: siamo fieri di essere Benetton. Io sono qui per sacralizzare una leggenda». Ecco allora che il punto maglia Benetton diventa uno scudo sul quale costruire maglioni e felpe, montgomery e maglie tinta in capo, ma anche stivali con tacco e imbottitura, nel segno di una filosofia sportiva e easy chic. «In questa sfilata c'è soprattutto l'omaggio alle mani di Giuliana Benetton, l'artigiana artista che ha fatto la fortuna del marchio». Non è una sfilata ma una performance: abbiamo riprodotto una cattedrale industriale con sarte e macchine da cucire» suggerisce. Sei mesi di pura energia, con Oliviero Toscani che lo ha portato in un luogo «dove ogni dettaglio racconta bellezza» e con Luciano Benetton che è «un grande capitano visionario, che 50 anni fa aveva già immaginato il mondo di oggi». Gli applausi sono tiepidi, ma forse è solo timidezza. 

Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 09:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci