Prigioniero in Sri Lanka, la Farnesina vuole riportare a casa Antonio

Martedì 19 Febbraio 2019 di Marco Agrusti
Antonio Consalvo
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PORDENONE - Il ministero degli Esteri è venuto a conoscenza del caso che riguarda il 33enne pordenonese Antonio Consalvo, detenuto nel carcere di Negombo, città affacciata sul mare sulla costa occidentale dello Sri Lanka, dallo scorso aprile. E ora la Farnesina ha attivato i canali diplomatici con il Paese insulare del subcontinente indiano, con l'obiettivo di riportare in Italia Consalvo.

«Mio figlio da 10 mesi in galera in Sri Lanka e non si sa nulla di lui»

Il pordenonese è in carcere perché dieci mesi fa, tornando dalla Thailandia, durante uno scalo a Colombo (capitale dello Sri Lanka) è stato trovato in possesso di una dose di marijuana. L'iniziativa diplomatica è partita da Pordenone. Il sottosegretario all'Ambiente leghista Vannia Gava ha contattato sia la madre del 33enne, Graziella Catania, che l'omologo agli Esteri Guglielmo Picchi. Ora, quindi, della  vicenda se ne occupa il governo. «Vogliamo aiutare la madre e il ragazzo - ha detto Gava - e come prima cosa desideriamo mettere in contatto la famiglia con il detenuto. Prendiamo contatti con la Farnesina e iniziamo a capire a che punto è il processo, per poi lavorare al fine di riportare il nostro concittadino in patria». L'input è arrivato all'entourage del sottosegretario agli Esteri, il leghista Guglielmo Picchi. «Nei prossimi giorni lo incontrerò - ha assicurato Gava - e cercheremo di capire i prossimi passi». Luca Ciriani, senatore di Fratelli d'Italia, presenterà invece un'interrogazione ai ministri di Esteri e Difesa. 
IL MESSAGGIOVannia Gava ha contattato anche la madre di Antonio Consalvo: «Le ho chiesto di fornirmi tutti i dettagli della storia, in modo tale da poter agire con in mano la maggior parte delle armi che abbiamo a disposizione».

Graziella Catania, che non ha notizie del figlio ormai da tempo e che non riesce a contattare telefonicamente l'avvocato (si tratta di un legale dello Sri Lanka) da ormai diverse settimane, ha ringraziato Gava per l'interessamento e ora rimane in attesa. «Fortunatamente qualcosa si muove - ha detto la donna - e sono rinfrancata soprattutto dall'interesse suscitato dalla storia che ho voluto raccontare. Rimango cauta, perché ormai da mesi sento che mio figlio dovrebbe uscire dal carcere a breve». La madre di Consalvo aveva parlato di una detenzione «in condizioni disumane», con i detenuti costretti ad organizzare dei turni per occupare lo spazio a terra e trovare un posto per dormire. 

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