Picchia la mamma e il fratello piccolo: in camera teneva un arsenale con 30 armi

Domenica 10 Febbraio 2019 di Nicola Munaro
Picchia la mamma e il fratello piccolo: in camera teneva un arsenale con 30 armi
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VENEZIA - Quando i carabinieri sono entrati nella sua camera da letto, dopo averlo arrestato per le botte inflitte alla mamma e al fratello più piccolo, hanno fatto fatica a crederci. Frugando tra i cassetti e negli armadi, una dopo l'altra hanno fatto capolino una trentina di armi: sedici solo tra coltelli e pugnali. Poi otto asce e ancora armi bianche di ogni genere e tipo, fino ad un fucile ad aria compressa da softair, costruito sulla falsariga di un'arma da guerra americana, con tanto di cinque caricatori pronti all'uso. Per giustificarle, il proprietario, A. L., 28 anni, veneziano di Castello, ha usato delle semplici parole: «Sono un appassionato». La scoperta dei militari è stato solo l'ultimo capitolo di un pomeriggio di follia, venerdì, in un appartamento nel sestiere di Castello. Iniziato con una lite verbale tra il ventottenne, suo fratello più piccolo (20 anni) e la madre di 54 anni. A scatenare l'alterco erano  state le presunte differenze avanzate dal ventottenne sul trattamento economico che gli veniva riservato dalla madre. A lei, che anni fa si era separata dal marito, il figlio primogenito contestava di ricevere meno rispetto al fratello più piccolo. Accuse che venerdì l'avevano spinto ad aggredire i due familiari colpendoli con calci e pugni. La furia si era calmata soltanto all'arrivo dei medici del 118, che avevano curato i due feriti portando la donna e il ventenne in Pronto soccorso, da cui erano stati dimessi, rispettivamente, con tre e sette giorni di prognosi. Trovandosi faccia a faccia con i medici, il ventottenne si era rinchiuso nella sua stanza da letto, minacciando la madre e un'operatrice di colpirle con un'ascia se non l'avessero lasciato stare.
LA TRATTATIVAVista la situazione, i volontari del pronto intervento non hanno potuto far altro se non chiamare i carabinieri, descrivendo nel dettaglio la situazione. Così complessa da far arrivare nell'appartamento di Castello i militari della stazione del sestiere, i colleghi del Nucleo Natanti e gli uomini della Sos, la Squadra Operativa di Supporto che di solito viene impiegata nelle attività antiterrorismo. Sono stati loro, in assetto antisommossa, a cercare un approccio con il ragazzo, asserragliato nella sua camera da letto per diversi minuti. Quando però il ventottenne si è accorto di come la situazione fosse compromessa e la sua strategia stesse portando all'intervento dei militari, ha deciso da solo di abbassare la guardia e uscire dal proprio rifugio con le mani in alto. Solo allora i carabinieri intervenuti in quella casa, trasformata per alcuni minuti nel set di uno dei più classici film thriller, sono potuti entrare e perquisire la stanza. Scoprendo come dietro quella porta - oltre a 60 grammi di marijuana divisa in due barattoli - si nascondesse un vero e proprio arsenale, ora sotto sequestro. Mentre il ventottenne - denunciato per lesioni personali, detenzione abusiva di armi e detenzione illecita di stupefacenti - è stato ricoverato in psichiatria.
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