Batterio killer: un'altra morte sospetta. Franco era stato operato a Treviso

Domenica 10 Febbraio 2019 di Gianluca Amadori
Batterio killer: un'altra morte sospetta. Franco era stato operato a Treviso
Ancora una morte sospetta, che potrebbe essere riconducibile al Mycobacterium Chimaera, forse contratto nel corso di un intervento di cardiochirurgia avvenuto in passato all'ospedale di Treviso. A segnalare il caso alla Procura di Belluno, è stata la direzione dell'ospedale di Feltre dove Franco Costa, 76 anni, originario di Venezia e di recente trasferitosi a Lamon, è deceduto qualche giorno fa con una diagnosi di endocardite su bioprotesi valvolare aortica e insufficienza cardiorespiratoria. Il sostituto procuratore Katjuscia D'Orlando, ha deciso di disporre l'autopsia sul corpo dell'uomo, che sarà affidata il 13 febbraio al medico legale Antonello Cirnelli. Per l'udienza di conferimento dell'incarico, il magistrato ha avvisato anche i familiari della vittima: la moglie, residente a Venezia, e i due figli, residenti a Mogliano Veneto e Lamon.

 
I NAS IN AZIONEGli esami medico legali serviranno per accertare le cause della morte e verificare se vi possa essere una correlazione con l'intervento chirurgico a cui si era sottoposto in passato all'ospedale di Treviso, che ieri ha ricevuto la visita dei carabinieri del Nas, i quali si sono recati ad acquisire tutta la documentazione sanitaria relativa al caso. Per il momento, ovviamente, non ci sono certezze, ma soltanto ipotesi da verificare.
Franco Costa ha sempre vissuto a Venezia, dove ha lavorato come impiegato in una pubblica amministrazione, e si era trasferito a Lamon dopo essere andato in pensione, probabilmente per godersi un po' di tranquillità.
Il primo caso di decesso legato al Mycobacterium Chimaera diventò di pubblico dominio dopo l'esposto presentato a Vicenza, lo scorso autunno, in relazione alla morte di un anestesista, Paolo Demo, 66 anni, stroncato da una grave infezione. Successivamente sono stati i familiari di un pensionato di Nervesa della Battaglia, scomparso nel gennaio del 2018, a rendere pubblica la loro storia, annunciando l'intenzione di avviare, attraverso lo studio legale Simonetti di Mestre, una causa civile di fronte al Tribunale e, in via preliminare, di chiedere un accertamento tecnico nei confronti della Ulss di Treviso e della azienda produttrice di un macchinario per la circolazione extracorporea, prodotto in Germania e utilizzato anche in molte strutture del Veneto, macchinario all'interno del quale pare annidarsi proprio quel batterio. 
La questione è piuttosto complessa e presenta contorni allarmanti: il Chimaera è, infatti, particolarmente insidioso perché può infettare il cuore con una lunghissima latenza, spesso senza alcun chiaro sintomo della malattia. Ed è proprio ciò che potrebbe essere accaduto al pensionato veneziano, residente a Lamon. Finora i morti attribuibili al batterio, di cui si è avuta notizia, sarebbero 6; numero destinato a salire a 7 gli esami autoptici su Costa dovessero confermare l'ipotesi iniziale.
INFEZIONE NOTA DAL 2015Negli Usa di questo batterio si discute da tempo e sono già state avviate iniziative legali a seguito del decesso di alcuni pazienti. La correlazione tra infezioni da Mycobacterium Chimaera e l'uso di un macchinario per la circolazione extracorporea prodotto da una azienda tedesca è stata accertata e resa definitivamente nota nella comunità scientifica sin dal 2015 dopo un primo studio comparato condotto in Svizzera. Le strutture sanitarie italiane sono a conoscenza del rischio fin dal 2016, quando l'azienda produttrice del macchinario avvisò del pericolo di contaminazione e raccomandò tutta una serie di adempimenti di sicurezza. 
Dopo la prima inchiesta penale aperta a Vicenza, la regione Veneto e le varie Ulss si sono attivate richiamando tutti i pazienti che sono stati operati con i macchinari incriminati per sottoporli ad accertamenti e controlli.
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