Scuola, l'obbligo del "Lei" ai professori entrerà nei regolamenti d'istituto

Martedì 22 Gennaio 2019 di Raffaella Ianuale
Scuola, l'obbligo del "Lei" ai professori entrerà nei regolamenti d'istituto
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VENEZIA - L'appello è rivolto ai dirigenti scolastici: «Nei vostri regolamenti di istituto inserite anche le norme della buona educazione». Ed ecco un semplice decalogo: «All'insegnante si dà sempre del lei, ci si alza quando entra in classe, lo stesso si fa quando qualsiasi persona oltrepassa la soglia dell'aula, ci si veste con decoro - regola che deve valere per gli studenti, ma ancor prima per i professori - ci si rivolge ai bidelli dicendo "per piacere" e i cellulari vanno spenti e depositati su un banchetto per essere ripresi solo alla fine delle lezioni». Considerato che l'invito arriva dall'assessore all'Istruzione del Veneto Elena Donazzan assume anche un valore formale e istituzionale.

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«Credo - dice Donazzan - nell'autonomia delle scuole e quindi confido che qualcosa si faccia in questa direzione». Convinta che la buona educazione in classe sia la base per insegnare ai giovani il rispetto delle istituzioni.
 
L'APPELLO Una posizione, quella dell'assessore regionale, assunta all'indomani dell'ennesima aggressione di un genitore ai danni di un insegnante con tanto di incursione in classe davanti ai compagni di classe del figlio. «La mia posizione, che chiedeva di reintrodurre le regole della buona educazione a scuola, poteva essere etichettata come retrò - continua - invece ha riscontrato tantissimo interesse». Perché ormai sono troppi gli esempi in cui si è oltrepassato il limite: dagli studenti che riprendono i docenti con il cellulare e poi li deridono, ai genitori che contestano i voti assegnanti ai propri figli. «Sulla scuola si sta riversando tutto il peggio che questa società sta generando, invece bisogna investire e ripristinare il rispetto, altrimenti questi studenti una volta adulti si sentiranno autorizzati a rispondere al datore di lavoro, a non riconoscere le leggi, a togliersi la fascia tricolore se sono sindaci e a non cantare l'inno» sostiene Donazzan passando dalla scuola al mondo del lavoro e della politica. Ammette anche che il top sarebbe introdurre il grembiule, «per evitare che ci siano ragazzini con abiti griffati e altri no», e anche la divisa, tra i più grandi, che può consistere anche in una semplice maglia. «Non capisco perché se la felpa, uguale per tutti, la richiede un college inglese è bello, se lo facciamo noi è retrò».

L'ABBIGLIAMENTO Abbigliamento e atteggiamenti che devono essere congrui anche tra i docenti. Inammissibile, per l'assessore, la maestra che va a fare la tentatrice in tv per Temptation Island, caso che ha coinvolto un docente di Arzignano (Vicenza), così come la vicenda del prof uomo che ad un certo punto ha iniziato a presentarsi in una scuola nel Sandonatese (Venezia) vestito da donna. «Anche gli insegnanti devono avere un atteggiamento adeguato - prosegue Donazzan - non dico che debbano vestirsi in giacca e cravatta, ma quasi. Non devono inoltre sedersi sulla cattedra, non possono vestirsi da donna se sono uomini e partecipare a talent, così li chiamano, inadeguati al ruolo che ricoprono».

IL SOSTEGNO La scuola come istituzione e gli insegnanti come educatori devono quindi riappropriarsi del ruolo fondamentale che ricoprono. E lo si fa anche partendo dalla buona educazione. «Quando ho detto di ripristinare il lei a scuola ho avuto tantissimi messaggi di sostegno da scuole e presidi- conclude Donazzan - solo imparando il rispetto già sui banchi di scuola si diventa adulti consapevoli che riconoscono il ruolo delle istituzioni. Perché la buona educazione non è mai retrò».

Raffaella Ianuale

Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 12:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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