Codacons all'attacco: «Ecco i medici finanziati dalla Case farmaceutiche», è polemica

Martedì 22 Gennaio 2019
Codacons all'attacco: «Ecco i medici finanziati dalla Case farmaceutiche», è polemica
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Il Codacons ha pubblicato sul proprio sito un lungo elenco di medici ospedalieri e  di famiglia «finanziati» dalle case farmaceutiche.  Tra questi, alcune migliaia di nominativi, ci sono 125 tra specialisti, primari e medici di base delle 7 province venete e un'altra ventina di nomi di colleghi del Friuli Venezia Giulia.

La maggior parte dei professionisti in questione lavora per le Aziende ospedaliere di Padova e Verona.

«Così i veneti possono verificare se il proprio dottore ha ricevuto finanziamenti dalle case farmaceutiche - spiega Carlo Rienzi, presidente del Codacons -  potrebbero essere legittimi, ma devono essere dichiarati, così come le finalità collegate. È giusto che un paziente conosca i rapporti tra il medico curante e le ditte produttrici i medicinali da lui prescritti».

In tale ottica l’associazione, assistita da un pool di legali, ha diffidato i 7  Ordini dei medici del Veneto e i 4 del Friuli Venezia Giulia affinché impongano agli iscritti l’obbligo di esporre in ambulatorio cartelli che ne illustrino gli eventuali legami con le multinazionali dei farmaci.  «In più chiederemo alla Guardia di Finanza di verificare se tali entrate vengano dichiarate al Fisco - aggiunge Rienzi - E intanto abbiamo inviato l’elenco dei medici all’Anac, l’Autorità anticorruzione. Da 10 anni combattiamo i conflitti d’interesse in sanità e in questo caso la nostra preoccupazione è che vengano prescritti farmaci anche quando non ce n’è bisogno. Chiederemo all’Inps le ricette, per vedere se i medici coinvolti scelgano solo i prodotti dell’azienda con cui sono in contatto».

A Udine sarebbero interessati 7 medici, ma il presidente dell’ordine Maurizio Rocco spiega che “da molto tempo la questione è stata regolamentata dal garante e il comparaggio è vietato anche dal codice deontologico. Se ci sono deviazioni possiamo intervenire, ma ad oggi non ci risultano casi”.

Anche la replica dei medici veneti è secca e parla di "caccia alle streghe": «L'iniziativa rischia di rovinare il nostro rapporto con i malati - dichiara  Francesco Noce, presidente regionale della Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo) -  ricordiamoci che sono le case farmaceutiche a finanziare la ricerca. E quindi gli ospedalieri che hanno rapporti con le stesse sono coinvolti in studi clinici sull’efficacia di determinati prodotti, dietro autorizzazione dell’azienda sanitaria di appartenenza e del proprio primario. Oppure, sempre con i permessi citati, sono relatori a convegni organizzati dalle industrie del farmaco ma che consentono ai camici bianchi di accumulare i punti Ecm di aggiornamento: è obbligatorio raggiungerne 150 in tre anni. Tutte attività dichiarate al Fisco».

IL PRECEDENTE - La procura di Verona dopo 6  anni di indagini e 4.713 indagati arrivò nel 2009 a 6  condanne  a una sanzione e un patteggiamento. Tutti gli altri- medici,  dipendenti Glaxo, informatori farmaceutici, farmacisti, dirigenti - assolti o usciti dall’inchiesta (in 556) prima del processo.


(ha collaborato Lisa Zancaner)
 
Ultimo aggiornamento: 17:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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