Vende la stessa stufa su subito.it a 8 acquirenti, truffatore condannato

Martedì 22 Gennaio 2019
Vende la stessa stufa su subito.it a 8 acquirenti, truffatore condannato
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SAN VITO AL TAGLIAMENTO - David Lucchetta, 33 anni, di San Vito al Tagliamento, è stato condannato a 1 anno e 3 mesi e 750 euro di multa per una decina di truffe seriali. Aveva trovato il sistema di caricare le sue due tessere PostePay truffando gli utenti del sito internet www.subito.it.

Nel giro di un mese, tra ottobre e novembre 2015, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Pordenone è riuscito a incassare, giorno dopo giorno, oltre 2.500 euro. Aveva cominciato proponendo una stufa a pellet a prezzi vantaggiosi. Una stufa che è riuscito a vendere virtualmente per ben otto volte. L'inserzione, infatti, era sempre la stessa: in alcune occasioni la vendeva a 300 euro, in altre a 320 o a 400, in modo da non insospettire il potenziale acquirente. Aveva anche la cura di fornire numeri di telefono diversi per chi volesse avere ulteriori informazioni.
 
Una volta contattato dagli acquirenti, si accordava per il pagamento: a volte forniva gli estremi di una PostePay attivata all'ufficio postale di San Vito al Tagliamento, altre dava disposizioni affinchè la somma o la caparra fosse accreditata su una tessera attivata all'ufficio postale di Sesto al Reghena.
Nonostante gli accordi presi, non ha mai consegnato la merce. Con questo sistema ha raggirato anche un utente che avrebbe voluto acquistare una consolle Nintendo per l'importo di 200 euro. Un'inserzione riguardava inoltre quattro scatole di Lego da collezione offerte su subito.it a 600 euro verso la fine di novembre 2015.
A Devil Lucchetta, imputato di truffa aggravata, era contestata anche la recidiva, in quanto negli ultimi cinque anni si è già reso protagonista di raggiri simili. Il vpo Beatrice Toffolon aveva concluso per una condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione ritenendo che l'episodio più grave fosse la finta vendita delle scatole Lego. Le attenuanti generiche equivalenti all'aggravante, concesse dal giudice monocratico Iuri De Biasi, hanno permesso di contenere la pena. L'imputato era difeso dall'avvocato Federico Zamattio, che aveva insistito sul fatto che si trattava piuttosto di una questione di natura civilistica.
Al processo nessuno dei truffati si era costituito parte civile.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 11:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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