«Nord e Sud legati a doppio filo. La nostra morte è la loro morte»

Domenica 20 Gennaio 2019 di Alda Vanzan
Luca Zaia
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«Andare a Napoli per un confronto sull'autonomia? Ben volentieri. E non come sfida. Perché io non ho fatto un progetto contro il Sud». Il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, si dice pronto ad accogliere l'invito del presidente di Confindustria Campania, Vito Grassi, che ha letto - e in alcune parti criticato - la lettera ai cittadini del Sud sulla richiesta di autonomia. «Non diciamo no a prescindere - ha detto Grassi in un'intervista al Gazzettino - ma Zaia spieghi perché l'autonomia è utile a tutti». «Non è un modello Nord contro Sud - dice Zaia - anzi mi piace l'idea che ci si possa confrontare su una questione civile e, sottolineo, legale. Tra l'altro, alla comunità campana ricordo che la mia prima missione da ministro fu a Caserta a parlare agli allevatori di bufale. E poi sono andato in Puglia, in  Sicilia, in Sardegna. Lo dico simpaticamente: se la pizza napoletana ha un marchio comunitario lo si deve a me». Zaia difende la scelta di aver scritto ai cittadini del Sud: «Ho fatto bene perché il dibattito da stucchevole si è elevato di qualità. Pensare che la soluzione all'autonomia del Nord sia il comitato compro Nord, così come al Sud hanno fatto il compro Sud, dicendo di boicottare ad esempio il prosecco, beh, mi vien da ridere. Il punto cardine è che i cittadini devono essere al centro di questa azione».
LE CONTESTAZIONIPerò il presidente degli industriali campani contesta l'analisi sulla ripartenza nel Dopoguerra, dice che il Nord è stato favorito da scelte strategiche nazionali. «Mi rifiuto di accettare che il Nord abbia avuto più del Sud - risponde Zaia - Se qualcuno si prendesse la briga di fare una contabilità di quanti soldi abbiamo buttato sulle infrastrutture al Sud si riuscirebbe a dimostrare che quei soldi sono stati divorati da una classe dirigente - senza generalizzare - perché il malaffare ha imperato. Spesso si vuole far passare l'idea che il Nord è così perché ha avuto di più: non è vero. E non si dica neanche che le condizioni socio-economiche del Nord erano diverse da quelle del Sud: qui eravamo un popolo di analfabeti, lo sapete quanti emigrati abbiamo avuto. Si riconosca una volta per tutte che il problema non è il Nord che ha avuto di più, ma che qualcuno al Sud vi ha fregato».
Perché ha scritto ai cittadini e non alla classe dirigente del Sud? «Perché sono convinto che la sfida, gli amministratori debbano averla nel sangue. Davanti a una opportunità come quella dell'autonomia, che poi è la sfida della responsabilità, un amministratore non può dire: ci fregano. Chi lo dice vuol dire che non accetta la sfida. Del resto se oggi, 2019, il Sud ha problemi di infrastrutture, di deficit, di disoccupazione, mica può dire che è colpa dell'autonomia del Nord? In uno stato centralista che ha distribuito in maniera copiosa più al Sud che al Nord, il Sud ha problemi? Ma chi vi ha amministrato fino ad ora cosa ha combinato? E come si fa a fare questi discorsi sapendo che avete delle comunità che sanno solo far debiti nella sanità ed esportare ammalati? È colpa del Nord? Il tema è che chi vi ha amministrato ha deciso di riempire la sanità di privato, spesso abdicando al ruolo pubblico. Da noi, in Veneto, il ricco non cerca la clinica privata, va nel pubblico. Da ultimo ai cittadini del Sud sottolineo che tutto quello che chiediamo è scritto nella Costituzione».
LA SFIDAZaia rilancia e si rivolge agli amministratori del Sud: «Abbiate il coraggio di mettere nero su bianco una modifica della Costituzione, perché ancora non ho ancora capito che modello di Stato vogliono». Ma deve restare la sussidiarietà? «Certo e ha ragione il presidente degli industriali campani: mai e poi mai deve venire meno la quota di solidarietà e sussidiarietà nazionali. Ma io dico che tutte le Regioni dovrebbero avere l'autonomia, perché è l'attuale modello che ha portato il Sud in queste condizioni. Io non ho fatto un progetto contro il Sud, credo che il modello vincente sia quello federale. Tra l'altro la posizione del presidente degli industriali della Campania stride con quella dei suoi colleghi del Nord. Per questo dico: attenzione, siamo legati a doppio filo, o facciamo il percorso assieme o è finita per entrambi: la nostra sopravvivenza è la loro sopravvivenza, la nostra morte è la loro morte».
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