I diplomifici della Campania: disoccupazione e responsabilità politiche non possono essere un alibi

Sabato 19 Gennaio 2019
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Spettabile direttore,
il vostro quotidiano ha parlato spesso in queste settimane dei titoli falsi con i quali personale tecnico amministrativo (ATA) proveniente dalla Campania ha trovato lavoro nelle scuole del Veneto. Ben vengano queste azioni di pulizia perché non è tollerabile che venga tolta l'opportunità di arrivare al sospirato contratto a tempo indeterminato a noi che stiamo facendo l'iter lavorativo alla luce del sole. Spero vivamente che l'Ufficio Regionale Scolastico del Veneto riesca a ripulire le graduatorie da chi non ha le carte in regola. Sorgono però alcuni sospetti: quello che si è verificato in Veneto è un caso riguardante solo questa regione? È mai possibile che solo il personale proveniente dalla Campania abbia titoli falsi? Tutto questo è stato possibile senza che nessuno sapesse o sospettasse niente? È possibile che questi Signori dei diplomifici non avessero complicità all'interno delle strutture della scuola? Un fatto è certo: fin quando al Sud Italia continuerà ad esserci la volontà politica di mantenere i cittadini all'interno di una economia stentata, con poco lavoro, e con alte percentuali di incertezza sul futuro e senza nessun intervento economico strutturale, le cose non cambieranno.


Giuseppe Calandra

Caro lettore,
è probabile che quella finora emersa sia la punta di un iceberg, le cui reali dimensioni potranno essere definite solo dalle verifiche degli Uffici scolastici e dalla indagini della magistratura. Ma alla cultura del sospetto è sempre bene preferire la forza e la certezza dei fatti. E i fatti ci dicono che in Campania funzionava un sistema di diplomifici che sfornava pezzi di carta senza alcun valore che consentivano però ad aspiranti bidelli e impiegati di segreterie scolastiche di balzare ai primi posti delle graduatorie e conquistarsi un posto di lavoro, togliendolo a chi ne aveva diritto, perché aveva rispettato le regole e frequentato scuole vere e non farlocche. È certamente vero che questi fenomeni di illegalità sono anche il risultato di un'economia povera e malata come quella di gran parte del Sud. Evitiamo però di fornire comodi alibi all'illegalità e a chi non si fa scrupoli di rubare il posto di lavoro a chi ne ha diritto. La classe politica meridionale ha grandi colpe. Ma ciascuno è responsabile dei propri atti e delle proprie scelte. E chi ha deciso di frequentare quei diplomifici sapeva esattamente cosa stava facendo: stava compiendo un reato. 
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