La 37enne viene trovata positiva all'alcoltest ma il freddo la scagiona

Martedì 15 Gennaio 2019 di Denis Barea
La 37enne viene trovata positiva all'alcoltest ma il freddo la scagiona
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TREVISO - Il diavolo, si dice, si nasconde nei dettagli. In questo caso dire dettagli è dire poco, perché si tratta di ciò che ha permesso ad una 37enne di Treviso, trovata positiva all'alcol test (con un livello di 2,07 alla prima lettura e di oltre 1,90 alla seconda) di venire assolta dall'accusa di guida in stato ebbrezza, evitando così oltre che la condanna penale anche la revoca della patente fino a tre anni e la confisca dell'auto. A venire in soccorso, si fa per dire, della donna il meteo della sera in cui sarebbe stata pizzicata alticcia al volante, i mancati controlli periodici all'etilometro e il dubbio su quando sarebbe avvenuto l'incidente che per la Procura era stato causato dall'eccesso di bicchieri e per la 37enne, invece, dalla guida assistita della sua Jeep Renegade. All'origine di tutta la storia infatti c'è stata l'uscita di strada dell'automobilista, avvenuta la sera dell'8 dicembre del 2016 a Treviso. La donna avrebbe perso il controllo del mezzo che stava guidando andando a sbattere, fortunatamente senza gravi conseguenze per lei o per altri, contro un guard rail. 
 IL CONTROLLO«Mi sono fatta prendere dal panico perché la macchina non rispondeva ai comandi a causa della guida assistita» è stata la tesi della 37enne, che in aula ha spiegato come nella frenesia del momento, non riuscendo a governare il volante, avrebbe premuto l'acceleratore invece che il freno. 
Per la pattuglia della Polizia intervenuta sul posto la verità sarebbe invece stata un'altra e la causa dell'incidente da addebitarsi allo stato di ubriachezza della donna, che risultò ben oltre il limite di legge sia alla prima che alla seconda misurazione. «Esami che non possono essere considerati validi» ha opposto in udienza il difensore, l'avvocato Marco Furlan. 
I REQUISITIDagli accertamenti chiesti proprio dal legale infatti sarebbe emerso che quella sera la temperatura era di meno due gradi, quindi al di sotto del limite entro il quale l'etilometro funziona correttamente. Inoltre il tester non sarebbe stato sottoposto alla revisione periodica prevista dalla legge, dando adito al dubbio che il risultato a cui era arrivato dopo le soffiate della 37enne potessero essere del tutto sbagliati o comunque non attendibili. Oltre a questo durante il dibattimento non è stato possibile determinare oltre ogni dubbio il momento in cui è avvenuto l'incidente. 
«L'accusa sostiene che sia stato causato dallo stato etilico - ha argomentato l'avvocato Furlan - ma non c'è la certezza che l'uscita di strada sia avvenuta quando l'alcol ha raggiunto il picco e quindi prodotto i suoi effetti di annebbiamento della lucidità». Tre colpi mortali assestati al capo di imputazione. E così, pur con la formula dubitativa, si è arrivati all'assoluzione. 
Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 12:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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