Grigliata di famiglia in cortile, riemergono vecchi rancori e finisce a botte

Sabato 12 Gennaio 2019
Grigliata di famiglia in cortile, riemergono vecchi rancori e finisce a botte
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SAN PIETRO DI CADORE - Doveva essere una grigliata all'aperto, nell'area consortile di una palazzina a tre piani la cui divisione tra le tre sorelle, dopo la morte della madre, non sortì buoni rapporti tra gli eredi, specie tra cognati e cugini. Sarebbe questa la genesi di un barbecue indigesto accaduto nel settembre 2012 in Val Visdende, in comune di San Pietro. Sul banco degli imputati padre e figlio Gian Romeo e Daniele De Zolt Gorio, 66 e 28 anni, accusati di esercizio arbitrario delle proprie ragioni e il padre anche di lesioni nei confronti di Simone Marcon, parte civile.
Il fatto è stato ricostruito in aula dal maresciallo della stazione di Santa Stefano che intervenne quel giorno chiamato dopo un eccesso di surriscaldamento degli animi, più che della griglia. Successivamente è stata la volta di un nipote dell'imputato che, pur potendo rifiutarsi di testimoniare, in virtù della parentela, ha voluto dare la sua versione, non certo favorevole alla difesa.
 
Quel giorno Marcon stava preparando il gazebo per ospitare la grigliata. Pioveva. Aveva parcheggiato l'auto, carica dell'attrezzatura, nell'area consortile. Poco dopo arrivò De Zolt senior in motorino e lo piazzò dietro la sua auto. Stessa cosa venne fatta poco dopo da De Zolt junior che piazzò la sua auto sempre dietro a quella di Marcon impedendogli, secondo la versione della presunta parte offesa, di scaricare l'attrezzatura. Decide così di entrare in casa per chiedere ai De Zolt di spostare i mezzi. Nel frattempo entra anche De Zolt senior che chiude anche la porta a chiave. E qui le posizioni prendono strade diverse: Marcon dirà di essere stato aggredito con un bastone da De Zolt senior, che si rifiutò di spostare l'auto, riportando anche una ferita alla testa; mentre presunto aggressore sostiene che quella ferita alla testa se l'è provocata sbattendo contro il vetro della porta d'ingresso, tanto da romperlo. La liberazione da quella sorta di sequestro avverrà solo su intervento dei commensali rimasti all'esterno e a digiuno.
Si torna in aula il 17 giugno prossimo per proseguire con altre testimonianze. Il processo, che prende in esame fatti già vecchi, in quanto risalenti a oltre se anni fa, è destinato a durare ancora molto. Gli imputati sono difesi rispettivamente dagli avvocati Maurizio Scattolin e da Sabrina Convento entrambi del foro di Venezia.
L.M.
Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 12:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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