Sì Tav di nuovo in piazza a Torino, c'è anche la Lega. Flash mob per sostenere l'opera

Sabato 12 Gennaio 2019
Tav, Torino in piazza: flash mob per sostenere l'opera
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A due mesi dalla prima manifestazione Sì Tav, Torino è tornata oggi in piazza per un flash mob a favore del collegamento ferroviario veloce con Lione che ha mobilitato ancora una volta almeno 30 mila persone.

Senza bandiere di partito, come hanno chiesto le sette professioniste promotrici dell'iniziativa, e con poche fasce tricolori. Ma con un centinaio sindaci e due governatori, quello del Piemonte Sergio Chiamparino e quello della Liguria Giovanni Toti. 
 

Con il candidato alla segreteria del Pd Maurizio Martina, autorevoli esponenti di Forza Italia e Fdi, e anche con la presenza della Lega, rappresentata dal suo capogruppo alla Camera Riccardo Molinari che ha chiarito: «La manifestazione non è contro il Governo, sono convinto che alla fine si troverà una sintesi». «Non mi scandalizzo - ha commentato il leader pentastellato Luigi Di Maio - per il fatto che si vada in piazza a dire che si era per il sì alla Tav. Diciamo che abbiamo fatto la campagna contro le trivelle insieme per il referendum sia noi che la Lega in tempi non sospetti. È semplicemente il fatto - ha detto - che queste sono due forze politiche che hanno convinzioni diverse, per questo quando abbiamo iniziato il percorso di Governo abbiamo chiesto un contratto, perché io sapevo che ci saremmo ritrovati in queste situazioni».

«Il contratto - aveva spiegato poco prima in piazza Molinari, parlando con i giornalisti - serve a mitigare posizioni differenti, a trovare un compromesso. Credo che in questi sei mesi, per quanto nessuno desse un euro alla durata di questo Governo, si è lavorato molto bene. Come si è trovato un compromesso su altri temi, credo che alla fine lo troveremo anche sulla Tav, come su Terzo Valico, Pedemontana e Tap». Ma se il ministro del Lavoro evita di essere tranchant, e il capogruppo del Carroccio rispolvera la Lega di lotta e di Governo, non fa altrettanto Alessandro Di Battista, che chiude l'argomento con un lapidario: «la Tav non si deve fare e non si farà».
 

​Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli avverte poi in serata: «noi, come Governo, dobbiamo stare attenti ai numeri perché quell'opera dovrebbero pagarla in 60 milioni, Lampedusa compresa: sono benvenute tutte le manifestazioni civili e democratiche, il Governo ha però il dovere di usare al meglio i soldi di tutti gli italiani». Il tema, è evidente, divide gli alleati di Governo, isola il Movimento 5 Stelle, e salda invece un fronte che va dal Pd a Forza Italia, Lega e Fdi. Prima della messa in forse dell'opera, la Torino-Lione era un argomento da addetti ai lavori che non scaldava troppo gli animi dei cittadini, almeno di quelli a favore.

Oggi le cose stanno cambiando e, con le elezioni regionali alle porte, le forze di centrosinistra e di centrodestra sono arrivate a trovarsi in piazza insieme pur di far sapere chiaramente alla «maggioranza silenziosa che vuole l'opera» da quale parte sono schierate. Per il Pd Chiamparino, grande sostenitore della Torino-Lione, «la massiccia partecipazione alla manifestazione conferma come sia forte nella società la convinzione che ci sia bisogno della Tav: ora tocca al Governo decidere, la Lega che ha partecipato al flash mob con illustri esponenti ed è forza centrale di Governo si assuma la responsabilità di far decidere in fretta». 



Maurizio Martina, candidato alla segreteria del Pd, in proposito rincara: «Non funziona stare in piazza mezz'ora e poi andare al Governo e bloccare l'opera, se si è qui ora per il sì, allora poi si è anche per il sì lunedì a Palazzo Chigi». Per l'azzurro Toti invece, «oggi la Lega dà un segnale e Matteo Salvini ha messo le cose in chiaro: non è ipocrita che il Carroccio manifesti a Torino, la modernizzazione del Paese è nel dna del centrodestra». Il coordinatore nazionale Fdi, Guido Crosetto, attacca duramente gli oppositori dell'opera: «L'Italia - dichiara - non può affidare il proprio futuro a pavidi mediocri, perché la storia viene scritta dal coraggio e dalla capacità di guardare in faccia il futuro».


TOTI

«Come poter portare avanti Tav, manutenzione delle scuole, reddito di cittadinanza? Serve un patto sociale che trovi uniti tutti». Lo ha detto il governatore della Liguria Giovanni Toti ospite de «L'intervista» di Maria Latella su Sky Tg24. «I soldi sono pochi, ma fare le opere fa crescere il Paese e dalla crescita arrivano anche i soldi per le piccole opere e per gli interventi in cui crede il Movimento 5 Stelle. Ma gli 8 miliardi per il reddito di cittadinanza non portano crescita, investire in opere genera ricchezza. Su questo anche l'Europa poteva essere accondiscendente, certamente sempre di più rispetto a una voce di sola spesa», ha detto Toti.

«Facciamolo il referendum se serve, ma è un altro modo come la costi-benefici per abdicare alle scelte della politica - ha aggiunto a Torino alla manifestazione SiTav ha aggiunto - Siamo stati eletti dai cittadini, assumiamoci le nostre responsabilità». 

 

Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 11:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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