Mala gestione. «Gris allo sfacelo, salviamo il gioiello del mio bisnonno» /Foto

Venerdì 11 Gennaio 2019 di Vittorio Pierobon
Mala gestione. «Gris allo sfacelo, salviamo il gioiello del mio bisnonno»
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Costante Gris era un uomo severo, di principi antichi, non frequentava la chiesa, ma considerava fondamentali come bussola i valori cristiani. Temuto e rispettato. Un signore di campagna, colto (laureato in ingegneria) e generoso. Potremmo dire un uomo illuminato per quegli anni - a cavallo tra fine Ottocento e il primo Novecento - che considerava i contadini «una risorsa fondamentale da salvare e non da sfruttare».




Sandro Gris è un uomo mite, educato e sensibile. Ha meno grinta del bisnonno, ma molta più diplomazia. È un manager, in passato dirigente dell'Associazione industriali. Vive negli stessi luoghi dell'avo. In quel posto che Giuseppe Berto, l'autore de Il male oscuro, con un'efficacissima sintesi definì «il mio paese è una strada». La strada è il Terraglio che unisce Mestre a Treviso, il paese è Mogliano Veneto, un tempo terra contadina e colonia dei ricchi veneziani che vi costruivano sontuose ville. Bisnonno e nipote sono accomunati nel destino dell'Istituto Costante Gris. Il vecchio lo  inaugurò nel 1882 e lo diresse per 45 anni, il giovane si batte per non vederlo morire. Parlare di Istituto Gris a Mogliano, e in buona parte del Veneto, significa parlare di un punto di riferimento per l'assistenza per anziani, disabili fisici e psichici, capace di accogliere fino a 600 ospiti, dando lavoro ad altrettante persone. Ora i ricoverati sono meno della metà, l'istituto è commissariato da dieci anni ed il futuro è incerto. «Credo che se Costante Gris vedesse com'è ridotto il suo istituto si incavolerebbe moltissimo, lui non aveva un carattere diplomatico - chiarisce il nipote - vedere il crollo di un simile gioiello fa male al cuore. Ma lui lo temeva. Quando nel 1890 passò da ente morale a Ipab, cioè Istituto pubblico di assistenza e beneficenza, lui era stato profetico: quella P di pubblico sarà la nostra rovina». 

L'INTUIZIONEPochi anni prima aveva inaugurato il primo pellagrosario d'Europa. Una grande intuizione dal valore sociale e politico, perché dava un aiuto concreto e placava il malcontento del popolo verso la borghesia. Un segnale distensivo. Venivano accolti i malati di pellagra, il male dei contadini, causato dalla malnutrizione, prevalentemente a base di polenta prodotta con mais raffermo. Era la piaga dell'Ottocento, affliggeva un terzo dei braccianti agricoli, e poteva portare alla morte dopo anni di sofferenze che culminavano nella pazzia. Gris, con l'aiuto di un gruppo di intellettuali che si erano formati come lui all'università di Padova (Luzzati, Toniolo, Breda, Morpurgo, Lampertico, Wollemburg ed altri sostenitori), istituì questo ricovero. Una sorta di paradiso, rispetto all'inferno domestico in cui vivevano le persone colpite dalla pellagra. Con ottime possibilità di guarigione se presa per tempo. La miglior medicina era una sana alimentazione ricca di vitamine. «La nostra famiglia ormai è fuori dall'istituto, il legame che resta è solo affettivo - chiarisce Sandro Gris - sentiamo il dovere morale di tutelare quanto nostro bisnonno ha lasciato alla città di Mogliano». 

I CONTIGris, il giovane, è persona discreta e preferisce non quantificare il peso economico di questa eredità. Ma i conti sono presto fatti: oltre 8mila metri quadrati di immobili, un parco di 4 ettari, edifici di pregio (e altri vergognosamente semiabbandonati) per un valore commerciale stimato sui 40 milioni di euro. Alle condizioni attuali, con il vincolo della destinazione d'uso. Se venisse tolto il vincolo, il valore schizzerebbe in alto. Ma perché questo gigante dell'assistenza socio-sanitaria è crollato, accumulando un buco di circa 25 milioni che il commissario straordinario in un decennio non è riuscito a intaccare? Gris mette da parte la diplomazia: «Cattiva amministrazione e responsabilità degli enti pubblici. Ovviamente negli anni la pellagra è stata debellata e il tipo di ospiti è cambiato. Al Gris accoglievano tutti, anche quei pazienti che altre strutture rifiutavano. Naturalmente Regione e Comuni dovevano contribuire alle spese, rispettivamente per l'assistenza sanitaria e per la degenza da casa di riposo. Sono sorti contenziosi, molti Comuni hanno smesso di pagare e in pochi anni si è aperta una voragine nel bilancio. Poi sono arrivati i ricorsi, i tribunali, il Tar, la Cassazione, gli istituti di credito e ora siamo alla paralisi. Dopo dieci anni di commissariamento gli assistiti sono dimezzati e c'è la prospettiva concreta di chiusura». 

IL PROGETTOIl pronipote non vuole alzare bandiera bianca anzi rilancia e attacca: «Cosa ha fatto il Comune in questi anni? È stato completamente assente. Non dà risposte nemmeno a chi vuole regalare soldi per il Gris. C'è un imprenditore pronto a finanziare con almeno 500mila euro un centro diurno per anziani; un servizio di cui Mogliano è privo. È già stato individuato un padiglione, l'Antonio Gris intitolato al figlio del fondatore, che potrebbe essere attrezzato per accogliere queste persone. C'è il progetto, c'è il consenso del direttore, c'è l'approvazione della Regione, ma il Comune ha la pratica ferma da oltre un anno». Ora che ha aperto il rubinetto, Gris non si ferma. «Quell'area ha delle potenzialità enormi, potrebbe essere un punto di riferimento per tutta la città metropolitana, non solo per l'aspetto sanitario. Potrebbe in parte essere riconvertita a scopi didattici, o per aree artigianali, ospitare un distretto sanitario. Ma come si fa ad abbandonare un simile patrimonio? Io temo che alla fine verrà smembrato e svenduto per ripianare i debiti. E nessuno sarà colpevole». Sandro Gris, man mano che parla, si infervora. Non accetta una sentenza che sembra già scritta. Per l'ultima stoccata cita il bisnonno che, pur essendo stato a lungo sindaco di Mogliano, non era molto tenero con i politici: «Io non l'ho mai conosciuto, ma ho letto molto su di lui e certe sue frasi lapidarie sono attuali ancora oggi. Ne cito una che si attaglia perfettamente alla storia del Gris: spesso i politici nominano amministratori incompetenti, l'importante è che siano appartenenti. Ma il Gris è un patrimonio che appartiene a tutta Mogliano, non ai politici». 

vittorio.pierobon@libero.it
Ultimo aggiornamento: 15:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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