I costi del turismo non possono ricadere solo su Venezia e i veneziani, ecco perchè la tassa d'ingresso può essere utile

Giovedì 10 Gennaio 2019
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Caro direttore,
il pagamento per entrare a Venezia stabilito da qualche giorno lo trovo parte di un piano di speculazione in atto che lede la libera circolazione delle genti senza portare nulla di utile alla città. Credere di risolvere il problema dei troppi turisti che arrivano applicando una tassa per persona che arriva, promuovendo contemporaneamente la costruzione di migliaia di nuovi posti letto a basso prezzo e non risolvere il problema delle grandi navi che transitano per il Bacino di San Marco, offende i veneziani e l' umanità intera. La città più bella del mondo è violentata quotidianamente da chi la dovrebbe governare con saggezza e amore. Oramai è solamente una questione di poco tempo prima che Venezia diventi un luna park che aprirà i cancelli alla mattina per chiuderli alla sera, avendo prima distrutto la libertà di movimento del suo stesso popolo.

Armando Mondin
Preganziol (Tv)


Caro lettore,
in numerosi state scrivendo per esprimere il vostro dissenso sull'introduzione della tassa di ingresso a Venezia, decisa dal governo. Spesso questa contrarietà è sostenuta da argomentazioni serie e degne di attenzione. Vorrei però provare andare oltre la semplice contrapposizione e porre un paio di quesiti. La prima. Certamente i problemi di Venezia, che sono numerosi e complessi, non si risolvono facendo pagare a chi arriva nel centro storico un obolo più o meno consistente. È però vero che Venezia, a causa del crescente flusso turistico, sopporta costi che in larga parte ricadono sulla città e sui suoi abitanti. Penso, per esempio, all'immondizia, alla sicurezza o alla manutenzione ordinaria. Chiedo: è giusto che a pagare questi costi siano Venezia e i veneziani, che già sopportano le pesanti conseguenze della trasformazione e della decadenza della città storica? Non è più corretto ed equo che chi viene a visitare la città sia chiamato a coprire, almeno in parte, queste spese? In secondo luogo: davvero qualcuno crede ancora che esista una ricetta magica per strappare Venezia dalla monocultura del turismo e restituirle un ruolo di città? L'unicità di questa straordinaria realtà urbana richiede certamente una visione strategica apparsa assente in tutti questi anni. Questa va però accompagnata da un grande pragmatismo e dalla coraggiosa disponibilità a sperimentare anche soluzioni e percorsi nuovi e diversi. Personalmente credo che la tassa di ingresso possa essere una di questi. Certo non l'unica. Ma dividersi ogni volta, scatenando guerre di religione su ogni provvedimento, non aiuterà Venezia a sfuggire al destino di città-luna park.
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