«Omosessualità contro natura, gay diffondono la pedofilia», dottoressa condannata: multa di 1500 euro

Venerdì 14 Dicembre 2018
«Omosessualità contro natura, gay diffondono la pedofilia», dottoressa condannata: multa di 1500 euro
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Una multa da 1.500 euro è la condanna inflitta dal tribunale di Torino a Silvana De Mari, medico di 65 anni a processo per diffamazione ai danni degli omosessuali e del movimento Lgbt.

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Secondo l'accusa, la donna aveva offeso «l'onore e la reputazione delle persone con tendenza omosessuale» tramite il suo blog e attraverso trasmissioni radiofoniche. In alcune occasioni De Mari aveva associato i movimenti Lgbt alla diffusione della pedofilia, e l'omosessualità al satanismo.

In altre, invece, aveva denunciato i rischi sanitari legati ai rapporti gay. Durante la requisitoria il pm Giuseppe Riccaboni aveva chiesto la condanna a una multa di mille euro senza la sospensione condizionale per il rischio che la dottoressa potesse tenere comportamenti analoghi e, a questo proposito, gli avvocati di parte civile hanno fatto presente che di recente la donna ha reso dichiarazioni dello stesso tenore alla trasmissione televisiva di La7 «8 e mezzo».

«In questo processo - ha detto De Mari in aula nel corso di una dichiarazione spontanea - è fondamentale parlare della questione di maggiore 'morbilità'. Nel momento in cui dico che gli uomini che fanno sesso con altri uomini hanno rischi maggiori di contrarre malattie e tumori, è documentato. Se non ci fossero questi dati questo sarebbe un sacrosanto processo». De Mari ha anche detto che «nel momento del gay pride le malattie sessualmente trasmissibili aumentano».

La giudice Melania Eugenia Cafiero ha ritenuto la donna colpevole per alcune affermazioni e l'ha assolta per altre. Il difensore, l'avvocato Mauro Ronco, ritiene che De Mari sia stata condannata «soltanto per una frase rivolta al movimento Lgbt». «Quanto al resto - aggiunge - è una sentenza equilibrata perché la assolve per le frasi pronunciate sui comportamenti omosessuali». Fornisce la stessa lettura l'avvocato di parte civile, Michele Poté, che assiste Rete Lenford: «È stata condannata per la frase che associa il movimento Lgbt alla pedofilia. Mi aspettavo invece l'assoluzione sul resto».

De Mari dovrà pagare a Rete Lenford e al Coordinamento Torino Pride (assistito dall'avvocato Nicolò Ferraris) una provvisionale di 2.500 euro ciascuno: «È una sentenza storica - dichiara Alessandro Battaglia, esponente del coordinamento -. Non è mai successo che un'associazione Lgbt venisse ammessa a un processo per diffamazione». «L'auspicio - conclude l'avvocato Poté - è che il legislatore intervenga con una legge contro l'omofobia».
Ultimo aggiornamento: 19:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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