Conte offre a Juncker un deficit al 2,04%. Procedura più lontana

Giovedì 13 Dicembre 2018 di Marco Conti
Giuseppe Conte a Bruxelles
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dal nostro inviato
BRUXELLES «Il deficit scende al 2,04%». La retromarcia dal 2,4% del balcone è consistente, ma Giuseppe Conte la annuncia con il tono di chi si è levato un gran peso dallo stomaco. Dopo settimane di trattative e ripetuti incontri con la Commissione, Conte ieri è volato a Bruxelles insieme al ministro Giovanni Tria per portare a Jean Claude Juncker e ai commissari Moscovici e Dombrovsky, le tabelle che correggono i saldi dell'ultimo documento di finanza pubblica. Una correzione di Bilancio che per la coalizione significa dover rinunciare a più di sette miliardi. Ma Conte ci tiene a sottolineare che «su Quota 100 e Reddito rispettiamo gli impegni e gli importi». Quello zero tra il due e il quattro sembrano poter convincere la Commissione che entro il 19 dovrà presentare all'Ecofin una relazione sul bilancio italiano del 2019. Conte spiega il passo indietro sul 2,4 sostenendo che sulle spese per le misure care a M5S e Lega «eravamo stati particolarmente prudenti proprio perché volevamo garantire la realizzazione delle misure. Aspettavamo le stime tecniche che sono arrivate e queste hanno consentito di recuperare delle risorse». Lo slittamento nel tempo delle due misure, la serie di condizioni e requisiti necessari per poterne usufruire, il limite legato alle risorse disponibili ha di molto alleggerito la quantità di denaro necessario. Intanto, le novità sono state salutate positivamente sui mercati, con lo spread che è sceso a quota 272, mentre Piazza Affari ha fatto segnare un +1,9%.

INCONTRO TRADIZIONALE
Prima di volare a Bruxelles, il presidente del Consiglio, con i ministri Tria, Moavero, Savona, Trenta, il vicepremier Di Maio e il sottosegretario Giorgetti hanno incontrato al Quirinale il presidente delle Repubblica Sergio Mattarella nel tradizionale incontro che precede i consigli europei. La due giorni a Bruxelles inizia oggi pomeriggio e Conte ieri sera è tornato a Roma dove ha incontrato a cena in un ristorante nel centro di Roma i due vicepremier annunciando che la manovra sarà approvata prima di Natale. Ma l'appuntamento al Colle ieri è stato particolarmente importante proprio per l'attesa sull'esito dell'incontro. La speranza di un'intesa, utile all'Italia ma anche all'Europa che vive una fase particolarmente complessa, è stato il segno comune del pranzo iniziato con uno scambio di valutazioni per quanto accaduto a Strasburgo, ma poi scivolato subito sulla questione all'ordine del giorno. Conte nel faccia a faccia con Juncker, ha più volte sottolineato lo sforzo fatto dal governo e dalla maggioranza anche sul fronte della riduzione del debito e degli investimenti, certo anche che «la maggioranza sarà compatta» al momento dell'approvazione della manovra che attualmente è in discussione al Senato. Dal canto suo la Commissione si muove con cautela nell'attesa di incontrare nuovamente - già da oggi - il ministro dell'Economia Giovanni Tria che sarà chiamato a dettagliare le misure nelle quantità e nel loro si sviluppo temporale. «Buoni progressi», li definisce il portavoce di Juncker, aggiungendo che «i lavori continueranno nei prossimi giorni». Sembra però difficile che Commissione ed Ecofin possano non considerare gli sforzi fatti dal governo e il lavoro del premier Conte che nelle ultime settimane aveva assunto su di sè la trattativa con l'Europa dopo le critiche che M5S e Lega avevano rivolto al ministro Tria. La linea tracciata ieri da Conte non si discosta molto dall'1,9% che l'Italia aveva concordato a luglio, ma per il presidente del Consiglio la vera novità sarà sul fronte della crescita che «sarà migliore del previsto». «Sono molto ambizioso, io sto lavorando per evitare la procedura d'infrazione», ha rivendicato ieri sera Conte prima di lasciare Bruxelles. Soddisfatto è anche il ministro Tria che, dato più volte vicino alle dimissioni, non sembra preoccupato di dover passare qualche altro giorno a Bruxelles con Moscovici. Ciò che farà la Francia sul fronte del debito non interessa ora ai due. «Io lavoro per l'Italia, nell'interesse dell'Italia e mi interessa portare a casa questo negoziato con una soluzione positiva. Le variabili che riguardano anche un contesto più ampio non mi distraggono molto» .

 

Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 08:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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