Manovra, si riparte al Senato: trattative su reddito, pensioni, ecotassa

Venerdì 7 Dicembre 2018
Manovra, si riparte al Senato: trattative su reddito, pensioni, ecotassa
Una mano tesa agli imprenditori, con un taglio dei premi Inail che potrebbe arrivare al 30%. E l'altra che guarda a chi è davvero in difficoltà economica e ha conti in sospeso col fisco, con un "mini-saldo e stralcio" tarato su una platea molto ristretta, vista la scarsità delle coperture. Nemmeno stavolta quindi l'attesa pace fiscale, ma almeno un primo segnale nella direzione indicata da tempo dal governo.

Manovra, da Camera ok alla fiducia

Sono queste alcune delle modifiche che il Senato apporterà alla manovra, oltre all'attesa riduzione dei due fondi per reddito di cittadinanza e pensioni, se la trattativa con l'Europa si risolverà con un accordo sul taglio del deficit. In tempi da record, considerando i pochi giorni a disposizione, Palazzo Madama dovrà riscrivere il disegno di legge, passando dall'emergenza maltempo all'ecotassa sulle auto. La distanza tra i due alleati sulla misura rimane tutta, con i 5 Stelle che continuano a difendere gli incentivi a chi compra auto 'green' compensati da una tassa per chi invece continua a comperare auto inquinanti.

In casa Lega, invece, si continua a vedere l'ecotassa come fumo negli occhi e lo stesso Matteo Salvini assicura di nuovo che non si pagherà «nemmeno un euro in più» qualunque sia la macchina che si va a comprare. Un intervento, che sia di correzione o di cancellazione tout court, comunque ci sarà, anche alla luce dell'esito dell'incontro tra Luigi Di Maio, in veste di ministro dello Sviluppo economico, e i costruttori, l'11 dicembre. Altro tema in discussione, anche se alla fine non si dovrebbe arrivare a ritocchi, quello della maternità, con la possibilità per le future mamme di rimanere al lavoro fino all'ottavo mese, che, dicono dai sindacati alle opposizioni, potrebbe sottoporre le lavoratrici a 'ricattì. E una riflessione sarebbe aperta anche sui tagli, annunciati da Di Maio, all'editoria, con i leghisti intenzionati a salvaguardare almeno le testate locali. Altre voci che troveranno spazio al Senato vanno dai fondi per Roma a quelli per gli orfani delle vittime di femminicidio. Alla Camera non si sono infatti trovati i 10 milioni di euro di cui si è fatta paladina Mara Carfagna. Il leader della Lega ha assicurato che la questione verrà risolta, così come saranno trovati i soldi anche per una versione soft del saldo e stralcio e per la riduzione dei premi Inail pagati dalle aziende (il cui costo è stato quantificato nei giorni scorsi in circa 600 milioni).

A questa misura di riduzione del costo del lavoro targata Lega, sulla quale, anche dopo riunioni tecniche con Inps e Inail, ci sarebbe già il disco verde, potrebbe affiancarsi qualche altro intervento di matrice M5S, visto che lo stesso Di Maio ha annunciato di essere al lavoro su «costo del lavoro e incentivi alle imprese che assumono».
Sempre a Palazzo Madama è atteso anche il controverso taglio delle pensioni d'oro. Di Maio ha annunciato una sforbiciata dal 25% al 40% che potrebbe riguardare la sola quota retributiva degli assegni. Rientrerebbero nella definizione di pensione d'oro quelle sopra 90.000 a cui applicare varie aliquote a scalare sulla parte eccedente il limite: il taglio più consistente riguarderebbe solo gli assegni oltre i 500mila euro, con una platea di qualche decina di persone. Nel capitolo pensioni dovrebbero peraltro rientrare anche la proroga di opzione donna e dell'Ape. Misure in scadenza che vanno necessariamente rinnovate in manovra, eventualmente anche distaccandole da quota 100 se il governo dovesse decidere di intervenire sulla riforma della Fornero in un secondo momento con un decreto ad hoc. Il destino di quota 100 è infatti indissolubilmente legato a quello del reddito di cittadinanza, i cui contorni sono però al momento meno chiari.
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