Dal tailleur alla mimetica: la manager neo-capitano ora va in missione

Giovedì 6 Dicembre 2018 di Angela Pederiva
Marina Buffoni con il generale Paolo Serra
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Dal tailleur alla mimetica, il passo può essere breve. Soprattutto se compiuto con gli anfibi, più che con gli stiletti da lasciare nella scarpiera, almeno per qualche mese all'anno: giusto il tempo di andare in un teatro internazionale e preparare una missione di pace, per poi tornare all'ufficio e alla famiglia in attesa della prossima chiamata. Un cambio di vita per cui è ormai pronta la manager Marina Buffoni, nata e cresciuta a Conegliano ma da tempo adottata da Padova, dov'è stata anche componente della giunta Bitonci: il neo-capitano Buffoni è infatti recentemente entrata nella riserva selezionata dell'Esercito e la prossima settimana presterà giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana.

PATRIOTTISMO La sua è una storia di patriottismo: dichiarato, rivendicato, ostentato. Una lunga militanza politica nella destra, prima in Alleanza Nazionale, poi nel Popolo della Libertà, quindi in Fratelli d'Italia. L'impegno amministrativo comunale: consigliere e capogruppo nella città del Cima, assessore nella città del Santo. La folgorazione per la divisa, racconta, l'ha colta proprio durante l'esperienza da delegata alla Trasparenza, fra giugno del 2014 e novembre del 2016: tra i suoi compiti c'era anche la realizzazione di progetti multidisciplinari che mettevano insieme istituzioni, forze armate, associazioni e scuole. «Cominciavano le celebrazioni per il centenario della Grande Guerra rammenta e lanciammo un'iniziativa per avvicinare la cittadinanza alla commemorazione di quell'evento storico: sei medaglie d'oro da celebrare nei sei quartieri di Padova. Facevamo l'alzabandiera con gli studenti, insegnavamo ai ragazzi l'Inno degli Italiani e la Canzone del Piave». Di quel periodo restano nell'album dei ricordi numerose fotografie, che la immortalano con la fascia tricolore in rappresentanza del sindaco: al raduno dei Lagunari, ad Asiago sotto la pioggia, alla cerimonia dei Paracadutisti. «Sono stata ispirata e incoraggiata rivela da due generali di corpo d'armata che hanno guidato le Forze Operative Nord: Bruno Stano, comandante in carica durante la strage di Nassiriya, e Paolo Serra. Così tre anni fa ho deciso di inviare la mia candidatura, sulla base di una disposizione di legge del 2010 che permette a chi è in possesso di una laurea e di determinati requisiti professionali di essere selezionato dall'Esercito, per poter partecipare a determinate missioni all'estero».

LA SELEZIONE Laureata in Economia a Trento, con una tesi in statistica multivariata e un portfolio da consulente aziendale nell'export e nel marketing, l'ufficiale Buffoni è stata scelta per fare «l'analista sociale, economica e politica» nelle operazioni di peace-keeping. Ma per arrivare ai gradi la 42enne ha dovuto superare una lunga selezione. «Innanzi tutto quattro commissioni hanno giudicato il mio curriculum spiega e in seguito sono stata sottoposta a visite mediche, valutazioni psicologiche e test motivazionali. Ho trascorso due giorni alla Scuola di guerra di Civitavecchia, dove ho dovuto superare prove di capacità relazionali e logiche, da cui è emerso che il mio è un profilo è medio-alto. Mi hanno detto che in me sono state riscontrate grande energia, capacità di sintesi e abilità nella direzione del gruppo, tanto che è emerso il mio approccio analitico alla soluzione dei problemi. Alla fine sono stata scelta per entrare alla Scuola di applicazione militare di Torino, dove sto frequentando un corso di 40 giorni che spazia dalle trasmissioni, al combattimento, al tiro. L'ho iniziato il 4 novembre e lo concluderò il 14 dicembre, con la cerimonia del giuramento per cui sono particolarmente emozionata... Giurerò di mettere a disposizione le mie competenze nella difesa delle libere istituzioni: è un grande motivo di orgoglio, per me come pure per i miei compagni».

IN CASERMA Con lei ci sono una ventina di professionisti, tra cui avvocati e ingegneri per metà uomini e per metà donne, chiamati ciascuno a portare la propria competenza al servizio dei soldati. «Ma durante le lezioni e le missioni siamo anche noi militari a tutti gli effetti precisa l'ufficiale tant'è vero che dormiamo in caserma e mangiamo in mensa come loro. Quando lo stato maggiore dell'Esercito ci chiamerà, noi partiremo per la missione e daremo il nostro contributo, dopodiché torneremo al nostro lavoro e alla nostra quotidianità, in vista del richiamo successivo. In questo senso siamo ufficiali di complemento a vita, fino al congedo permanente che scatterà ai 60 anni d'età, quindi ho ancora un bel po' di strada davanti». Differenze con la politica? «Diciamo che nell'Esercito ci sono più disciplina e più professionalità...». Una risposta che non sembra lasciare troppo spazio alla nostalgia per la sua prima vita. «Adesso che sono dall'altra parte e mi capita di girare in divisa conclude il capitano Buffoni vedo che fra la gente ci sono grandi rispetto e stima per le forze armate». Molti di più, par di capire, che per i politici.


    
Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre, 11:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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