Manovra, l'Ue boccia il governo: deficit al 2,9%

Giovedì 8 Novembre 2018
Moscovici e Tria
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Scontro a tutto campo non solo sulle regole, ma ora anche sui numeri fra il governo italiano e la Commisisone europea. Dal Pil al deficit, dal saldo strutturale alla disoccupazione, le nuove previsioni economiche della Commissione Ue dipingono un quadro dell'economia italiana molto diverso da quello del Governo, e dai toni sicuramente più cupi.
 



Laddove il Governo vede una manovra che l'anno prossimo spinge la crescita fino all'1,5% a dispetto del rallentamento generale, l'Ue vede misure che avranno un impatto solo «moderato» sul Pil e che invece faranno schizzare il deficit ben oltre il 2,4% previsto dal Def, portandolo pericolosamente vicino alla soglia del 3%. Anche il Fondo monetario internazionale, che vede una crescita ancora più bassa di quella Ue, lancia l'allarme sui conti italiani: la «considerevole incertezza» che hanno portato sui mercati potrebbe provocare altri stress che rischiano di contagiare soprattutto le economie più deboli.

DEFICIT
La Commissione aveva già ad ottobre ha avvertito l'Italia che la riforma della Fornero e il reddito di cittadinanza sono misure costose, che rischiavano di portare il deficit ben oltre il 2,4% annunciato. E ora conferma che il disavanzo schizzerà al 2,9% l'anno prossimo e al 3,1% nel 2020 (sempre che non scatti la clausola di salvaguardia dell'aumento dell'Iva).

DEBITO
Ancora più grave del peggioramento del deficit nominale è l'andamento di quello strutturale, parametro che serve alla Ue per valutare gli sforzi di riduzione del debito. Nel Def era fermo all'1,7% nel 2019 e 2020, per la Ue vola al 3% e poi al 3,5%. Un peggioramento di 1,2% rispetto a quest'anno (1,8%), laddove veniva invece chiesto un miglioramento di 0,6%. Questo comporta che il debito resta inchiodato al 131% per i prossimi due anni, senza invece scendere al 130% e 128% come invece prospetta il Governo.

CRESCITA
Bruxelles sconfessa anche la scommessa del Governo sul Pil: la manovra non lo porterà all'1,5% l'anno prossimo e all'1,6% nel 2020, ma lo farà fermare invece a 1,2% e 1,3%. Questo anche perché ci si aspetta che ritardi e intoppi amministrativi rinviino il già «moderato» impatto delle riforme.

ALLARME FMI
Il Fondo non solo conferma le sue stime sul Pil italiano più basse anche di quelle dell'Ue (1% per il 2019 e 0,9% per il 2020), ma lancia anche l'allarme sul riaccendersi di un «rischio contagio». Il rialzo dei rendimenti in Italia per ora non ha avuto impatto su altri Paesi, ma la «considerevole incertezza» potrebbe picchiare soprattutto sulle economie deboli.

 

Ultimo aggiornamento: 21:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA