Ue taglia le stime del Pil: «Italia fanalino di coda, deficit al 2,9%»

Giovedì 8 Novembre 2018
L'Ue taglia le stime del Pil: «Italia fanalino di coda Ue, rischi per le banche»
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Stime negative per l'Italia per quanto riguarda l'economia. Quest'anno il divario di crescita rispetto alla media della zona euro sarà di un punto percentuale: 1,1% contro 2,1%. Nel 2019 sarà dello 0,7%: 1,2% contro 1,9%. Nel 2020 sarà dello 0,4%: 1,3% contro 1,7%. Il secondo Paese della zona euro a crescita più bassa è il Belgio (1,5%) quest'anno, l'anno prossimo (sempre 1,5%) e anche nel 2020 (1,4%). Nei tre anni la Germania crescerà dell'1,7%, dell'1,8% e dell'1,7%. Francia: 1,7%, 1,6% e 1,6%. Spagna 2,6%, 2,2%, 2%.

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Tagliate stime di crescita. La commissione europea ha ridotto la stima di crescita del Pil dell'Italia nel 2019 portandola da 1,3% (stima di metà luglio) all'1,2%. Nel 2020 si prevede +1,3%. Il governo prevede per l'anno prossimo +1,5% e per il 2020 +1,6%. L'Italia, quindi, si conferma ultima per crescita in tutta Europa sia per il 2018 che per il 2019 e il 2020.

Deficit al 2,9%. La Commissione Ue rivede al rialzo le stime sul deficit italiano: nel 2018 dall'1,7% previsto in primavera sale a 1,9%, per poi schizzare al 2,9% nel 2019 «a causa delle misure programmate» come reddito di cittadinanza, riforma Fornero e investimenti pubblici che «aumenteranno significativamente la spesa».

Nel 2020 sfonda il tetto del 3%, raggiungendo il 3,1%. La Ue precisa che tale cifra non tiene in considerazione la clausola di salvaguardia, cioè l'aumento dell'Iva, data la «sistematica sterilizzazione».

Rischi per le banche. «In alcuni Paesi dell'eurozona altamente indebitati, soprattutto in Italia, il circolo vizioso tra banche e debito sovrano potrebbe riemergere in caso di dubbi sulla qualità e la sostenibilità dei conti pubblici, che in un ambiente di riprezzamento complessivo dei rischi e di un aumento dei costi di rifinanziamento, potrebbe sollevare preoccupazioni di stabilità finanziaria e pesare sull'attività economica». Così le previsioni d'autunno Ue. Tra gli altri rischi negativi per l'economia segnalano la guerra commerciale Usa-Cina e la Brexit.  «In Europa», scrive inoltre il responsabile della Dg Ecfin della Commissione Ue Marco Buti nella prefazione alle previsioni d'autunno, «l'incertezza sulle previsioni dei conti pubblici in Italia ha portato a più alti interessi di spread, e l'interazione tra il debito sovrano con il settore bancario è ancora una preoccupazione». Allo stesso tempo, però, sottolinea il documento di Bruxelles, nonostante l'aumento significativo dello spread per l'Italia a causa della situazione di bilancio, «per ora non è stato osservato nessun contagio ad altri stati membri».

No di Tria. Le previsioni della Commissione europea relative al deficit italiano sono in netto contrasto con quelle del Governo italiano e derivano da un'analisi non attenta e parziale del Documento Programmatico di Bilancio , della legge di bilancio e dell'andamento dei conti pubblici italiani, nonostante le informazioni e i chiarimenti forniti dall'Italia». Così il ministro dell'Economia, Giovanni Tria commenta le previsioni economiche d'autunno presentate dalla Commissione Ue. «Ci dispiace constatare questa défaillance tecnica della Commissione, che non influenzerà la continuazione del dialogo costruttivo con la Commissione stessa in cui è impegnato il Governo italiano. Rimane il fatto che il Parlamento italiano ha autorizzato un deficit massimo del 2,4% per il 2019 che il Governo, quindi, è impegnato a rispettare», conclude.

Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 09:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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