Ecoambiente nella bufera, raccolta dei rifiuti a rischio in decine di comuni

Mercoledì 7 Novembre 2018
Ecoambiente nella bufera, raccolta dei rifiuti a rischio in decine di comuni
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ROVIGO - Mentre a livello giudiziario torna in auge il biennio fra 2015 e 2017 della “guerra delle scoasse”, che aveva visto i sindaci dividersi e fronteggiarsi, in particolare con la contrapposizione fra il sindaco di Rovigo Massimo Bergamin e il “gruppo dei 35” su temi come la raccolta differenziata, i lavori di ampliamento della discarica di Villadose e quelli di manutenzione del separatore di Sarzano, a livello politico emergono nuove schermaglie che sembrano mettere a rischio lo stesso futuro di Ecoambiente.  Perché due ostacoli si sono frapposti inaspettatamente al passaggio del ramo d’azienda “produttivo” del Consorzio Rsu a Ecoambiente, il passo che avrebbe definitivamente mandato in pensione lo stesso Consorzio Rsu, lasciando in campo solo il neonato Consiglio di bacino, l’ente formato da tutte le Amministrazioni, che ha il compito di programmare, organizzare, affidare e controllare la gestione integrata dei rifiuti urbani, ed Ecoambiente, società di gestione del servizio smaltimento rifiuti con affidamento “in house”, cioè diretto, essendo analogamente formata da tutti e 50 i Comuni polesani che ne sono i soci, anche se solo il Comune di Rovigo è socio diretto, con il 66% delle quote, mentre gli altri 49 Comuni lo sono in via indiretta, ovvero attraverso il 34% del Consorzio Rsu.
IL VETO DEI COMUNI
A bloccare il meccanismo sono stati i Comuni di Salara e Pontecchio, che, a differenza degli altri 48, non hanno approvato la delibera per il conferimento delle proprietà del Consorzio Rsu in Ecoambiente. Perché il passaggio possa avvenire serve il via libera di tutti e 50 i comuni. Il termine di approvazione era tassativo, perché tutto si basa su perizie e stime che valgono per un tempo limitato. Non sembra però detta l’ultima parola, perché il termine finale sembra essere più ampio rispetto a quanto inizialmente prospettato. Ovvero, ci sarebbe tempo fino a dicembre perché anche gli ultimi due Comuni che non hanno ancora dato il proprio avallo, arrivino ad esprimere il “sì”. Se questo non dovesse avvenire, però, il futuro stesso di Ecoambiente potrebbe essere a rischio. I beni del Consorzio Rsu, in liquidazione, potrebbero essere alienati sul libero mercato e quanto incassato essere poi distribuito ai Comuni in base alle quote di partecipazione.
BENI IN VENDITA
Questo però vorrebbe dire vendere la discarica di Villadose, il separatore di Sarzano, l’impianto di fitodepurazione di Villadose, l’impianto di travaso di Poeto Viro e, soprattutto, Polaris, un “bocconcino” prelibato. Polaris srl, al 100% del Consorzio Rsu, le cui quote sono al momento affittate da Ecoambiente, si occupa della raccolta di rifiuti speciali e pericolosi, estendendo il proprio raggio d’azione anche oltre i confini del Polesine.
IL FUTURO DI POLARIS
Il cuore della sua attività è il centro di stoccaggio di Lama Polesine. La perdita di impianti funzionali all’attività di raccolta di gestione dei rifiuti non solo azzopperebbe Ecoambiente, ma ne metterebbe in discussione la stessa esistenza. L’affidamento del servizio a Ecoambiente, infatti, scade il 31 dicembre 2020. Lo scorso settembre in nota congiunta Fp Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti avevano avvisato i sindaci: «Il Consiglio di bacino deve prorogare il servizio a Ecoambiente, gestore e proprietario di tutta la filiera, con il rischio che se non avviene Ecoambiente rischi nuovamente la propria esistenza». Nella nota i sindacati avevano ripercorso le annose vicende legate al tema dei rifiuti, culminate nel 2015 e 2016 nelle tensioni fra il sindaco Massimo Bergamin e il “gruppo dei 35”, in particolare sull’ampliamento della discarica di Taglietto 1, la cui gestione era stata perfino revocata a Ecoambiente. Fra l’altro, il sindaco di Rovigo allora era accusato di essere troppo vicino alle posizioni del direttore generale di Ecoambiente Giuseppe Romanello. «Anni di delibere, consigli comunali, mille valutazioni e consulenze – sottolineavano i sindacati - per trovare un accordo che vedesse la nascita di un’unica azienda, Ecoambiente, per la gestione dei rifiuti urbani in provincia. Lo strumento che permise la fusione di Ecogest e Asm Rifiuti fu una “asfaltatura politica” che portò con sé ricorsi, denunce ed infiniti scontri politici. Ma finalmente avevamo un’azienda unica: rimaneva da trovare la condivisione sull’altra grande partita: il Consorzio Rsu, proprietario degli impianti e di Polaris». Una partita che ancora non è chiusa.
Ultimo aggiornamento: 08:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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