Melegatti, riassunti 35 dei 46 dipendenti. Ma a Natale il pandoro non verrà prodotto nello storico stabilimento

Giovedì 18 Ottobre 2018
Melegatti, riassunti 35 dei 46 dipendenti. Ma a Natale il pandoro non verrà prodotto nello storico stabilimento
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VERONA - Melegatti riparte davvero: dopo una giornata di riunioni, è stato siglato ieri sera l’accordo sindacale, che era vincolante per la sottoscrizione del rogito con cui la nuova proprietà vicentina formalizzerà l’acquisto dell’azienda dolciaria veronese, dopo essersi aggiudicata per 13,5 milioni il bando dei curatori fallimentari.

«Siamo felici per il risultato che sostiene lo sforzo di avviare al più presto la produzione di pandoro, panettone, dolci vari nei due stabilimenti veronesi», afferma il neopresidente Giacomo Spezzapria, che conferma quindi la volontà di avviare al più presto non solo lo stabilimento storico di San Giovanni Lupatoto, ma anche quello nuovo e mai utilizzato di San Martino Buon Albergo, costruito per merendine e altri prodotti da forno. Spezzapria conferma anche «la volontà di una campagna natalizia che nel rispetto di elevati standard di qualità produttiva assicuri visibilità alla rinata Melegatti».

Quello che il presidente non dice è che, quasi sicuramente, non saranno gli stabilimenti Melegatti a sfornare i pandori e i panettoni dell’azienda per il prossimo Natale.

Troppo poco il tempo a disposizione per rimettere in funzione i macchinari e, soprattutto, per adeguarli agli standard di igiene e sicurezza richiesti: la produzione quindi, per questa prima campagna, sarà  esterna. Ma, sugli scaffali dei supermercati, tornerà presto il caratteristico pandoro dalla scatola blu. L’accordo, finalizzato dal manager Denis Moro e dai consulenti Carbellin e Mensi con coinvolti, oltre alle parti sindacali anche la curatela fallimentare, prevede che l’azienda si rimetta in marcia con 35 dipendenti assunti fin da subito a tempo indeterminato. Dopo il crac, ne erano rimasti 46: di questi, ne saranno per ora riassunti solo 26, di cui 16 impiegati nella produzione e altri 10 negli uffici amministrativi e commerciali. A questi si aggiungono altre 9 assunzioni «i cui profili non erano più presenti tra i disponibili», precisa l’azienda, che aggiunge però che i nuovi sono per lo più «ex dipendenti Melegatti che rientrano in azienda». Allo stesso tempo, viene assicurato che «coloro che non rientrano in questa prima tornata di assunzioni», ovvero 20  lavoratori, «potranno essere coinvolti nei prossimi mesi», prevedibilmente in vista della campagna per la Pasqua 2019. 

«Esempio virtuoso di come uscire dalla crisi aziendale»
«Melegatti è un esempio virtuoso di come gestire una crisi aziendale, per questo continua la sua tradizione di dolci confezionati nella caratteristica scatola blu grazie a un accordo, cui hanno preso parte anche i sindacati, volto a ridare vita all’azienda veronese». E' questo il commento di Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL , che prosegue: «35 assunzioni a tempo indeterminato lasciano ben sperare in una ripresa dei due stabilimenti, non solo in vista della produzione dei dolci natalizi, ma anche per la campagna di Pasqua 2019, per cui potrebbero essere assunti altri 20 lavoratori. L’azienda sta attuando una strategia commerciale che punta alla qualità e all’innovazione, con l’obiettivo di riacquistare il prestigio di un tempo, grazie a una nuova organizzazione aziendale».

INCONTRO TRA LA NUOVA PROPRIETA' E L'ASSESSORE AL LAVORO DEL VENETO
L'assessore al lavoro del Veneto, Elena Donazzan, ha incontrato oggi a Venezia i rappresentanti della nuova proprietà di Melegatti e i rappresentanti sindacali dei lavoratori. L'incontro, al quale ha partecipato l'unità regionale di crisi - informa la Regione - è stato convocato su richiesta delle parti per fare il punto sulla vicenda aziendale che ora ha trovato una propria risoluzione. La nuova proprietà, guidata dall'imprenditore vicentino Giacomo Spezzapria, ha ribadito le intenzioni di rilancio industriale e di valorizzazione del marchio Melegatti, e l'intesa con le parti sindacali sull'assorbimento, per quanto possibile, delle maestranze aziendali. Donazzan ha espresso soddisfazione per il buon esito della vicenda che assicura continuità alla storica impresa dolciaria veronese grazie all'impegno di una famiglia imprenditoriale veneta. Su richiesta delle organizzazioni sindacali l'assessore ha assunto l'impegno di verificare, anche con il Ministero del lavoro, tutti gli strumenti eventualmente disponibili per tutelare i lavoratori al momento rimasti al di fuori del nuovo perimetro aziendale. «Alla luce degli accordi raggiunti - ha aggiunto - ritengo concluso il lavoro svolto dall'unità regionale di crisi rispetto all'azienda scaligera. Melegatti ora ha davanti a sé una nuova storia da scrivere di crescita e di sviluppo, che auspico sia la più solida e la più lunga possibile. Da parte nostra resta comunque garantito il supporto istituzionale di tutte le strutture regionali, qualora le parti lo richiedessero».

MA I PANDORI PER QUESTO NATALE NON VERRANNO PRODOTTI NELLO STORICO STABILIMENTO
Non usciranno subito dallo stabilimento di San Giovanni Lupatoto, storica sede fondata da Domenico Melegatti, i primi pandori dopo la sospensione dell'attività e il fallimento dell'azienda dolciaria veronese. Dopo l'accordo siglato ieri sera tra i rappresentanti dei sindacati e la Sominor sembra confermato che la ripresa dell'attività non avverrà nello stabilimento veronese, che necessita di interventi per la messa a norma degli impianti e, considerati i tempi molto ristretti per la mini-campagna natalizia, non potrà riavviare la confezione dei primi pandori e panettoni che torneranno sul mercato dopo un anno.

Ultimo aggiornamento: 18:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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