Non è sbagliato sforare (entro certi limiti) il deficit è sbagliato spendere 9 miliardi per il reddito di cittadinanza

Giovedì 11 Ottobre 2018
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Egregio direttore,
con piacere nei giorni scorsi ho letto la lettera del signor Ignazio Zoia sul possibile aumento dell'Iva, che fa seguito all'editoriale di Osvaldo De Paolini. Penso che molti di noi ci siamo interrogati allo stesso modo. Per quanto mi riguarda come semplice cittadino, ritengo che l'Iva sia la tassa che colpisce tutti, dal più povero al più ricco, ma non solo: anche gli stranieri che vivono in Italia. Arrivo persino a ritenere, che data la situazione attuale, che una tassa come quella ideata a suo tempo dal Primo Ministro Giuliano Amato, si possa attuare. Ma non come prelievo o espropriazione, ma come prestito allo Stato, che lo restituirà, con gli interessi, in tempi migliori. È forse questo che Salvini intende quando dice che gli Italiani lo aiuteranno?

Elio Bidoggia


Caro lettore,
davvero non so a cosa pensasse o cosa avesse in mente Matteo Salvini quando ha detto di sperare negli italiani e nel loro aiuto. Tenderei però ad escludere che il vice-premier leghista intenda passare alla storia come un imitatore di Giuliano Amato. Il tema credo sia un altro. L'economia del nostro Paese ha bisogno di una scossa. Con buona pace dei fautori della decrescita felice, noi in realtà siamo obbligati a crescere. Ad accelerare cioè il ritmo del nostro sviluppo che in questi anni è stato sempre inferiore alla media europea e a quello dei paesi nostri diretti concorrenti. È giusto quindi ragionare, laicamente, di tutti gli strumenti che possono essere messi in campo per raggiunger questo obiettivo. L'editoriale di Osvaldo De Paolini sul possibile aumento dell'Iva andava in questa direzione: interrogarsi sulla possibilità di agire su questa imposta per ottenere importanti risorse da investire sulla crescita. Ad esempio finanziando un importante piano di infrastrutture. Ci sono i pro e i contro naturalmente, ma è doveroso ragionare senza tabù e con la consapevolezza delle esigenze reali del Paese. Ciò che non è accettabile è invece immaginare interventi fiscali o crescite del deficit per finanziare operazioni puramente assistenzialiste come il reddito di cittadinanza. Che non abolirà la povertà ma ci renderà certamente tutti un po' più poveri. Mangiandosi 9 miliardi.
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