La madre di Isabella dall'ospedale: «Debora e Manuela ancora peggio di Freddy»

Giovedì 11 Ottobre 2018 di Nicola Munaro
Isabella e mamma Ofelia
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PADOVA - Sesto piano dell’ospedale di Piove di Sacco, reparto di Medicina. Ofelia Rampazzo, 85 anni, è ricoverata nella camera 13 da domenica pomeriggio, quando un malore dovuto al troppo stress e alla troppa tensione per la sentenza d’Appello sull’omicidio di sua figlia Isabella Noventa, le aveva quasi fatto perdere i sensi. La giornata di lunedì, quella della grande attesa, l’ha passata con il telefono accanto, filo diretto con il figlio Paolo, che attorno alle 18 l’ha informata direttamente dall’aula bunker di Venezia che nulla era cambiato. Freddy Sorgato, l’ex fidanzato di Isabella; Debora Sorgato, sorella di Freddy e Manuela Cacco, tabaccaia nonché ex amante dell’unico uomo della vicenda, erano stati appena condannati anche in secondo grado a 30 anni (i fratelli Sorgato) e a 16 anni e 10 mesi, Manuela.


 
Chiuso il secondo capitolo, ieri con lei c’era Paolo (“Stiamo arrivando alla fine processuale. Grazie a tutti, alla Mobile, al pm Giorgio Falcone e a mia moglie Mariacristina. Lei mi ha dato la forza di battermi per Isabella, di stare accanto a mia madre”) a provare a sollevare il morale di una donna che da due anni vive ogni giorno come fosse lo stesso. Con la speranza come unico appiglio a cui aggrapparsi, mentre il resto viene trascinato via da un dolore lancinante. Continuo. Ed è in quella stanza che l’abbiamo incontrata dove, guardando fuori dalla finestra, ha detto di essersi sentita “tradita” da Freddy.
Signora Ofelia, lunedì sera è arrivata la sentenza d’Appello per il caso di Isabella che conferma quanto deciso in primo grado. È quasi un punto definitivo della vicenda. Cosa dice a Freddy, Debora e Manuela?
“Solo che mi dicano dove hanno messo il corpo, perché non è giusto che me l’abbiano portata via e non mi abbiano dato il suo corpo, le sue ossa. Sono passati più di due anni e non dicono nulla, solo quelle parole di Freddy che l’aveva buttata nel fiume, ma poi più nulla” (e lo sguardo si abbassa, nda).
Lei si è sentita male il giorno prima della sentenza. Ormai sono passati più di due anni e mezzo da quel 15 gennaio 2016, come sta?
“Sì, di tempo ne è passato è vero però un figlio ce l’hai nel cuore e la tensione mi ha giocato questo scherzo. Non ci si dimentica mai di un figlio, mai. Quello che non capisco è tutto questo silenzio, soprattutto adesso che due processi sono stati fatti: perché non dire dove sia Isabella. Perché?”.
Forse però adesso potrebbero spingersi a confessare qualcosa, manca solo la Cassazione. Magari per ottenere uno sconto o dei permessi premio potrebbero dire dov’è stato messo il corpo di Isabella. Lei pensa che si comporteranno così o continueranno a stare in silenzio?
“Non capisco perché hanno sempre fatto scena muta di fronte a questa domanda. Freddy Sorgato, poi, è un uomo che non ho mai capito, un uomo che non sono mai riuscita ad inquadrare in tutte le volte che l’ho visto. Non so cosa possa pensare. Ho un solo dubbio, però. Che poi, se dice dov’è il corpo, che dica la verità?”.
Eppure Freddy Sorgato è stata una persona che ha frequentato casa sua, che ha mangiato con lei. Adesso, a posteriori, cosa ricorda di Freddy?
“Era uno che stava sulle sue, non stava quasi mai con me. Io gli facevo da mangiare quando lui veniva da Isabella. Saliva da me (Isabella abitava in una casa al pian terreno mentre al primo piano c’è la casa della madre, ndr), prendeva il cibo che avevo preparato. Mi salutava cordiale senza spingersi oltre. Devo dire la verità, non si è mai comportato male, una volta mi aveva anche regalato dei fiori per il mio compleanno, ma oltre ad un saluto io non andavo. Perché Freddy non mi è mai piaciuto come persona. Aveva in sé qualcosa che non riuscivo a capire del tutto. D’estate, quando Isabella stava iniziano a staccarsi da lui, lui passava la sera con il camion. Alcune volte aveva anche scavalcato il cancello per vedere se Isabella fosse veramente in casa o gli avesse detto una bugia”.
Si è sentita tradita da Freddy?
“Sì, tradita di sicuro. Più di così, cosa poteva farmi quell’uomo: mi ha portato via mia figlia. Chi la conosceva raccontava della sua bravura, della sua dolcezza. Eppure guardate che cosa le ha fatto Freddy, che diceva di essere innamorato di lei. È venuto a prendermela a casa e non me l’ha più riportata. È un traditore, sì”.
E di Manuela e Debora, cosa pensa?
“Loro sono due assassine. Lo sono più di lui”.
Cosa resta, al di là della sentenza, di questi due anni e dieci mesi senza Isabella. Come ha vissuto questo tempo?
“Ho vissuto sempre male. Ogni giorno mi alzavo e andavo a letto sempre pensando a quando avrebbero potuto dirmi dov’è Isabella. Almeno per avere una tomba e un fiore da portarle, per sapere che c’è. Invece niente, siamo sempre andati avanti così, nell’attesa. Sono tre assassini”.
Signora Ofelia, la Cassazione metterà il punto sulla vicenda, ma per lei sarà mai finita questa storia?
“No, è troppo grande. Non finirà mai perché il cuore mio è verso la fine anche lui. Non so cosa dire. Fino a due anni e mezzo fa, andavo a letto la sera e quando Isabella rincasava, dopo aver divorziato, saliva da me. Veniva a prendere il caffè, a salutarmi, stava con me sempre appena poteva. Lei diventava matta per me. Anche le persone che hanno vissuto con lei raccontavano della sua felicità, della gioia di vivere. Le due assassine (Manuela e Debora, ndr) erano gelose della sua bellezza e dei suoi modi di fare gentili ed educati. E Freddy non era da meno. Geloso di lei, di quello che aveva e della felicità che Isabella viveva. Perché altrimenti fare tutto questo? Perché portarla fino a casa sua e ucciderla assieme a loro. È una cosa che non si può nemmeno lontanamente immaginare”.
Nicola Munaro

Ultimo aggiornamento: 08:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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