Valerio Merola è il secondo concorrente ad essere stato eliminato dalla casa del GF Vip 3. Un’uscita, preceduta da aspri litigi e parole grosse, ormai una consuetudine in molti reality tv, in nome dell’audience.
Perché è stato eliminato?
«I commenti negativi e violenti di Enrico Silvestrin e Maurizio Battista, i nemici della casa, mi hanno danneggiato. Ho subito offese molto gravi».
Cosa dava fastidio?
«Il mio passato da bella vita, il mio stile, la camicia col bottone aperto, il sigaro, fanno parte di me e non rinnego nulla. Per 40 anni ho fatto il playboy, lo dico con sincerità, non devo nascondermi. Forse hanno rancore verso il successo che ha fatto parte della mia vita meravigliosa».
Si, ma hanno deciso gli italiani di farla uscire dal gioco.
«Andreotti diceva “in Italia il successo bisogna farselo perdonare”. Mi rimprovero di non essere stato ipocrita. Chi è vittima di pregiudizi, probabilmente, non ha capito la mia trasparenza e mi ha votato».
Si sente sconfitto?
«No, perché ho realizzato il desiderio di provare i due reality più popolari della tv, L’Isola dei Famosi e Gf, quindi ho vinto la sfida».
Il momento più bello e brutto della sua carriera?
«Lavoravo in una piccola tv romana e fu un sogno quando mi chiamò Pippo Baudo per portarmi a Fantastico, programma di punta della Rai. Poi l’incubo, con l’inchiesta di Vallettopoli, che fu archiviata. Un’ingiustizia riconosciuta, mai riparata e nonostante siano trascorsi 20 anni, continuo a subirne i colpi, ma io sono un gladiatore e non mi arrendo».
Quindi il Gf Vip è stato utile?
«Anche se manco dalla conduzione in tv da anni, faccio l’opinionista e può aiutarmi a tenere fresca la mia attività televisiva».
Alla famiglia ha preferito il lavoro?
«La mia vita è stata un frullatore, tra viaggi e tanti incontri, ma i miei genitori mi hanno trasmesso i valori del rispetto verso la famiglia. Una vita regolare che non si sposava con quello che ho fatto».
Non le manca un figlio?
«Non sento questa mancanza, adoro i bimbi, ma non ho incontrato la donna giusta, ma se capitasse anche domani, d’altronde Chaplin ha avuto un figlio a 80 anni».
Cosa dirà a Battista, che l’ha definita un “poveraccio”?
«Chi usa questa terminologia si qualifica da solo. Il silenzio è la cosa migliore, spero che aiuti lui a riflettere e capire di aver sbagliato».
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