La 194 è una legge da difendere. Ma sono indifendibili certi attacchi contro la capogruppo del Pd di Verona

Martedì 9 Ottobre 2018
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Caro direttore, 
non paiono credibili coloro che sono per l'accoglienza dei diversi, degli strani eri, che manifestano per la pace, per la giustizia, per i diritti dei disabili, dei bambini e delle donne e contemporaneamente giustificano l'aborto, l'eliminazione dell'embrione umano che è l'essere più debole di tutti, che se non si interviene diventa come tutti noi, che è come eravamo tutti noi che siamo stati accolti e non rifiutati. In questa posizione, che è di troppi, c'è una contraddizione enorme! Io spero che queste persone, che hanno un cuore e una ragione, si interroghino, meditino, vadano a fondo della questione aborto e non si lascino trascinare dalla propaganda fuorviante e a senso unico. Auguro loro di non stare mai tranquilli su questo!


Gaetano Mulè
Udine


Caro lettore, 
ciò che va contrastato è il pensiero unico, unilaterale e intollerante. Alcune reazioni alla decisione della capogruppo cattolica del Pd di Verona di votare una mozione a sostegno dei centri che si battono contro l'aborto, mi sembra vadano proprio in quella direzione. Il tema è complesso, mi limito perciò a due considerazioni. La prima. La 194 è una legge dello Stato ed è stata ratificata anche da un referendum popolare. E' una legge civile a difesa soprattutto delle donne che abortiscono. Ma questa norma, che non a caso si pone prioritariamente l'obbiettivo della tutela sociale della maternità e dell'interruzione volontaria della gravidanza, non ha liberalizzato l'aborto nè lo ha legittimato come forma anticoncezionale. Ne ha disciplinato e regolato la pratica. Dunque la mozione votata dalla maggioranza consiglio comunale di Verona e anche dalla capogruppo del Pd può non essere condivisa, ma non è contro una legge dello Stato, la 194 appunto, nè ne auspica la cancellazione. Si propone, legittimamente, di sostenere chi aiuta le donne a non abortire. E' proibito farlo? Non mi pare. La seconda considerazione è questa. Il Pd è nato come tentativo di sintesi di culture politiche diverse. Tra queste il riformismo cattolico, soprattutto in alcune regioni come il Veneto, ha avuto, sin dagli inizi, un peso rilevante. Ora che un cattolico, benchè orientato a sinistra e militante del Pd, possa votare una mozione come quella del consiglio comunale di Verona non è affatto strano. Accettarlo dovrebbe rientrare nella dialettica di una forza politica laica ed aperta al dibattito, in particolare sui temi etici. Le reiterate richieste di dimissioni della capogruppo veronese del Pd vanno invece nella direzione esattamente opposta.
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