Presidenza di Fondazione Cassamarca
l'ex sindaco Gobbo si sfila dalla corsa

Venerdì 5 Ottobre 2018 di Paolo Calia
L'ex sindaco di Treviso e segretario della Lega Gianpaolo Gobbo
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TREVISO - Scende Gian Paolo Gobbo, sale l’avvocato, Luigi Garofalo. Le manovre per arrivare alla nomina del prossimo presidente di Fondazione Cassamarca sono in pieno svolgimento. Da Ca’ Spineda è partita la raccomandata ai sette enti che devono presentare le terne di nomi da cui il presidente Dino De Poli, come ultimo atto della sua ventennale carriera alla guida della Fondazione, sceglierà i prossimi componenti del consiglio d’Indirizzo. Nel frattempo impazzano le trattative. Fino a oggi il nome più gettonato per la presidenza e la sostituzione di De Poli, che non può più candidarsi, è stato quello di Gobbo, ex sindaco di Treviso. In questi giorni però Gobbo avrebbe fatto sapere di non essere più disponibile per la presidenza. Una voce che circola con insistenza negli ambienti leghisti e anche all’interno di Fondazione. E che ha aperto vari scenari. Gobbo, anche se non nel consiglio d’Indirizzo, rimarrebbe comunque a Ca’ Spineda mantenendo il ruolo di vicepresidente del consiglio d’amministrazione. Per il ruolo di presidente aumentano invece le quotazioni dell’avvocato Garofalo, professionisti di peso che già collabora con Fondazione Cassamarca in partite importanti come il braccio di ferro con la Camera di Commercio.
 
Intanto Gobbo, come al solito, resta prudente: «È ancora presto, stiamo discutendo tutti assieme di questa è altre questioni. Di certo si chiuderà un’epoca importante per Fondazione come l’era De Poli che tanto ha fatto per la città».
I prossimi giorni saranno decisivi. I sette enti che devono comporre le terne (i comuni di Treviso, Castelfranco, l’Associazione dei Comuni della Marca Trevigiana, la Provincia, la Camera di Commercio e le università di Venezia e Padova) sono infatti al lavoro. Negli enti pubblici come le due amministrazioni comunali e la Provincia è imminente la pubblicazione dei bandi per raccogliere i curriculum dei possibili candidati. Garofalo, come primo passo verso la presidenza, deve entrare in una di queste e potrebbe trovare posto in quella della Provincia (dove il presidente Stefano Marcon si trova nella singolare posizione di dover indicare anche i tre nomi per Castelfranco, città di cui è sindaco) o in quella di Ca’ Sugana. Se nella rosa di questi nomi non verrà inserito Gobbo, cosa a oggi data praticamente per certa, la strada sarebbe spianata. Le trattative però sono ancora in corso e le variabili molte. Di certo l’ipotesi Garofalo ha fondamenta più che concrete considerata la conoscenza della macchina di Ca’ Spineda e visti gli ottimi rapporti che lo legano sia a Gobbo che a tanti membri dell’attuale consiglio d’Indirizzo. 
Le nuove nomine dovranno essere fatte entro il 31 dicembre, giorno in cui il presidente De Poli e il suo consiglio d’Indirizzo finiranno il mandato. E sarà una vera rivoluzione: su nove componenti, solo un paio possono ancora sperare in un secondo giro. Il nuovo Statuto approvato dal Ministero dell’Economia e Finanze nel 2016, pone poi dei paletti molto rigidi per la selezione. Sette membri, come detto, verranno scelti pescando dalle terne, altri due invece verranno cooptati direttamente dal presidente De Poli. Lo Statuto obbliga però a rispettare anche le quote rosa: in ogni terna ci dovrà essere una donna e, tra i nove membri del consiglio d’Indirizzo selezionati, le donne dovranno essere almeno due.
 
Ultimo aggiornamento: 11:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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