La sinistra italiana è ossessionata da Salvini ma il vero problema del Pd è il Pd stesso

Giovedì 20 Settembre 2018
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Caro direttore,
dal 4 marzo 2018 tra gli elettori del Pd è un corso un dibattito animato che è diventato uno scontro. Si tratta del rifiuto del Pd di poter governare assieme al partito dei 5 Stelle. La parte di elettori che non avrebbe voluto governare con i Pentastellati sostiene che i programmi di governo dei due partiti erano troppo diversi e non c'era margine per un compromesso. La parte che invece avrebbe voluto governare insieme sostiene che si doveva a tutti i costi trovare un accordo. Il rifiuto del Pd ha costretto i 5 Stelle a rivolgersi alla Lega. Oggi Salvini la fa da padrone perchè ha saputo trovare il punto debole di tanti italiani: la paura di essere invasi dagli stranieri clandestini. Salvini oggi viene visto da molti come una sorta di salvatore coraggioso e capace. Questo mi ricorda una recente lettura sul periodo che seguì la fine della prima guerra mondiale (1918). In quel periodo i socialisti erano divisi in massimalisti e riformisti. I riformisti capeggiati da Turati volevano unirsi ai conservatori di Giolitti per opporsi e sconfiggere il fascismo. E ci sarebbero riusciti se i socialisti massimalisti, che nel partito erano la maggioranza, non si fossero opposti. Così decretarono la fine della democrazia e Mussolini ci regalò una dittatura e la seconda guerra mondiale. Se Salvini dovesse ignorare la crescita del debito pubblico e dovesse uscire dall'euro e dall'Europa potrebbe essere una catastrofe per il nostro Paese. 


F.V.Treviso

Caro lettore,
i parallelismi storici talvolta aiutano sono utili, ma inducono spesso in errore. Personalmente faccio fatica a vedere similitudini tra l'attuale stagione politica e quella del cosiddetto biennio rosso. Ho però pochi dubbi su una cosa: con tutti i suoi difetti, Salvini, per nostra fortuna, non è un nuovo Mussolini e di Turati, per nostra sfortuna, non se ne vedono all'orizzonte. Il problema della sinistra italiana e del Pd in particolare, non è il leader leghista, ma la sinistra stessa. La comparsa sulla scena politica di Salvini ha accelerato un processo di crisi che era già nelle cose. La sinistra non sa più parlare alla gente, non ha capito ciò che stava e sta accadendo nel Paese e nel mondo, ha creduto che puntando sulla produzione di ricchezza e non più solo sulla sua redistribuzione avrebbe conquistato i ceti moderati e produttivi. Ha largamente fallito questo obiettivo e, nel contempo, ha perso per strada il consenso di vasti ceti popolari. L'ossessione per Salvini, l'evocare nuovi fascismi, non aiuterà il Pd a ritrovare se stesso. Anzi, rischia di essere un alibi e di allontanare l'obiettivo di una discussione franca e produttiva sul futuro della sinistra in Italia.
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